Il disegno del «vecchio» orologio della torre Apponale, quello caratterizzato dal contorno quadrato e dalla doppia numerazione, a cifre arabe all’interno ed a numeri romani sulla fascia esterna, è stato portato nella mattinata di ieri dal vice sindaco a Trento, negli uffici dei Beni culturali della provincia per l’approvazione rituale. Tutta la piazza, ormai da vent’anni (era sindaco Mario Matteotti quando il consiglio votò il vincolo), è sottoposta a tutela artistica: qualunque tipo di intervento visibile deve essere autorizzato esplicitamente, a maggior ragione un elemento così importante quanto il quadrante. Nelle passate settimane, al cantiere comunale, mettendo insieme con pazienza ed inventiva i pezzi dei due antichi quadranti smontati durante i lavori di restauro della torre, s’è potuta ricostruire anche nei dettagli la loro forma, compreso il particolare dei materiali: cornici e numeri arabi sono in ferro, le cifre romane all’esterno ed i fregi ornamentali sui quattro angoli invece sono di bronzo, e verranno rifatti tali e quali. Il disegno, preventivamente valutato dall’architetto D’Agostino della provincia in una recente trasferta a Riva, è stato depositato per il nulla osta, a questo punto scontato. Nel progetto originario di restauro della torre non c’era alcun cenno d’interventi a carico dell’orologio e dei due quadranti, sui lati sud e ovest (pressappoco) della torre. In corso d’opera, con la rimozione dei quadranti, ebbe inizio il tormentone che solo oggi, a distanza di quattro anni, pare avviato alla soluzione. Nel frattempo i quadranti sono andati ridotti a pezzettini: anzi per qualche settimana, finché non ricomparvero al cantiere, vox populi voleva che fossero finiti fra i rottami (nello stesso posto forse dell’anzolim originario, carico d’anni e di ruggine che avrebbe meritato un piedestallo al museo). Di tempi, per ora, non si parla: tornato il progetto da Trento con l’approvazione, resterà solo da trovare un fabbro che sia capace di realizzare i quadranti da montare successivamente al loro posto. Non è certo una questione di soldi.
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Il disegno del quadrante originario va a Trento in cerca del prescritto nulla osta dei Beni culturali
L’orologio torna all’antico
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