Si è completato per l’osso dello stomaco il percorso verso la Deco. Con una deliberazione unanime, a dicembre il Consiglio comunale lonatese ha votato il completamento dell’iter per l’istituzione della Denominazione comunale d’origine per i prodotti locali come l’òs de stòmech, un salume che si produceva una volta nelle campagne di Lonato e veniva consumato nei momento di festa, direttamente nei campi, durante la trebbiatura e la vendemmia.Un osso dello stomaco “da Guinness dei primati” sarà esposto in piazza Martiri della libertà a Lonato, durante la fiera.Secondo la tradizione, nel giorno della fiera, i contadini delle frazioni venivano in centro a portare nelle osterie il loro salame, per condividerlo in compagnia, con amici e compaesani. È questa un’usanza che Lonato del Garda non vuole dimenticare ed è l’osso dello stomaco il simbolo gastronomico della Fiera regionale 2013.Ecco perché quattro macellai lonatesi (Savoldi Carni, Lonato Carni, Salumificio Primì e Macelleria Mister Gusto) si sono uniti e hanno preparato per l’occasione un osso dello stomaco “gigante”, da Guinnes dei primati: quasi 36 kg. Poiché però non esiste una vescica di maiale tanto grande, un’anziana del paese è stata incaricata di cucirne insieme due per riempire la doppia vescica con impasto e pezzi di sterno del suino. Il mega òs de stòmech verrà appeso venerdì 18 gennaio sotto il municipio e rimarrà esposto fino a sabato sera, poi cotto nella notte.Serviranno circa otto ore per cuocere l’insaccato da quasi 36 kg e cucinare il risotto da offrire agli ospiti della fiera, durante la domenica. Il risotto con l’osso dello stomaco, novità 2013, sarà distribuito gratuitamente dagli Alpini durante la giornata, verso le 12.30 e più volte nel pomeriggio.Nella ricetta lonatese dell’osso dello stomaco, ricorda Marino Damonti, ristoratore e membro della commissione istituita dal sindaco per le Deco, «si usa l’osso dello sterno, messo per un giorno intero a marinare “en visiù”, in un mix di vino rosso e sale, pepe, aglio, cannella e noce moscata. Quindi l’osso deve essere tagliato a pezzi con il coltello e insaccato nella vescica del maiale insieme all’impasto di carne, precedentemente preparato, con parti suine magre e grasse, spezie e grappa giovane. L’insaccato viene quindi legato per ottenere otto spicchi, forato e asciugato. Si gusta dopo almeno due ore di cottura in acqua bollente».Durante la fiera non mancheranno le occasioni di promozione della nuova Deco, cui si andranno ad aggiungere anche i raperonzoli, altra prodotto tipico, erbetta semplice ma saporita, testimone della cultura e del passato lonatese.
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Per celebrare la nuova Deco, grande distribuzione durante la fiera di Lonato di questo antico insaccato.
L’òs de stòmech più grande del mondo
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