A 96 anni se ne è andato “Bigi”, Luigi Benico superstite della Divisione Acqui di Cefalonia, medaglia della Liberazione, ricevuta il 25 aprile scorso nella cerimonia della Festa di Liberazione svoltasi a Verona in piazza Brà. Lascia le figlie. I funerali si svolgono nella chiesa parrocchiale di San Giorgio, a Colà, lunedì 30 gennaio alle 15,00.
Si era salvato dallo sterminio perpetrato dalle truppe naziste il 22 settembre 1943 perchè affetto da febbre malarica ed era stato trasferito nell’ospedale di Santa Mauna e successivamente a Patrasso, ad Atene e quindi in Slovenia. Appena rimessosi fu ancora trasferito in un campo di concentramento, ma in Austria.
Nel corso della sua prigionia, in Austria,nel gennaio 1944, vide una crocerossina, anche lei deportata, che ogni volta che la incontrava le sorrideva. E con quel sorriso Maria Naima lo fece innamorare. Si sposarono e dopo liberi, un anno dopo, in Austria. Ritornarono insieme in Italia l’otto agosto del 1946.
“E’ stata mia nipote Sibilla a smuovere il mondo perchè potessi ottenere la medaglia rilasciata dal Ministero della Difesa – ebbe a dire al nostro giornale nell’aprile del 2016 – e mi ha dato una soddisfazione immensa. Lo Stato Italiano riconosce finalmente la lotta per la libertà”.
“Era del 1921, una classe molto martoriata – sottolinea Giovanni Zanandreis, presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci – soprattutto i fanti della 33^ Divisione Acqui cui apparteneva orgogliosamente Bigi. Un uomo orgoglioso e con forte tempra. Ha vissuto a lungo indipendente quasi fino all’ultimo. Un pezzo di storia di Colà che ne va davvero.”
Sergio Bazerla