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L’ultimo lavoro di Narciso Munari

Dopo “Salnitro, galere e caffè” Narciso Munari si era messo a scrivere un altro libro, ma di natura storica e di ricerca. La morte però lo colse nelle festività natalizie del 2012 e l’opera rimase nel cassetto.

I figli ed i fratelli hanno però inteso dallo alle stampa postumo. E ATHELEYDA, ovvero la Regina Adelaide ha visto la luce in questi giorni per i tipi di Arte Immagine di Marano di Valpolicella. La seconda fatica dell’ingengnere Munari è stata presentata nei giorni scorsi alla Dogana Veneta con la presenza del Professore Gian Maria Varanini docente di Storia all’Università di Verona e dall’avvocato Guariente Guarienti. Un momento importante per ricordare con amicizia e con rispetto Narciso Munari a 365 giorni dalla sua scomparsa.

Nel saluto alla gremita platea che ha reso onore al “Narci” il sindaco Luca Sebastiano ha evidenziato che nonostante la nota esplicitata nel libro da parte dell’autore, dove recita che Lazise è un paese della riviera uguale agli altri, Lazise resta e resterà il Primo Libero Comune d’Italia, grazie al Diploma di Ottone II° che ha concesso alcune autonomia nel 983 allorchè l’Imperatore tedesco era uno dei relatori importanti alla “Dieta di Verona”. E che questa allocuzione sarà presto collocata nella casa municipale, nella facciata ovest, ed all’ingresso del paese attraverso i cartelli stradali.

“E’ un libro difficile, complesso, originale, ma grande nella scrittura – ha esordito Guariente Guarienti- poco prima di leggere alcuni brani vergati da Munari nella sua opera seconda. Possiamo accomunarlo come genere e stile a Gadda – ha continuato l’avvocato – in quanto il contenuto non sono racconti ma un insieme di testi che raccontano la storia locale dal 930 al 1000, svoltisi a Verona, a Pavia, con specifico riferimento ad Adelaide di Borgogna.”

“Si fa riferimento a fatti accaduti nell’alto Medioevo, con uno specificio riferimento al 983 ed al Diploma di Ottone II° tanto caro a Lazise – ha esordito Gian Maria Varanini – e il libro è diviso in una ventina di testi che fanno riferimento ad una ricerca storica. Il filo conduttore che unisce le varie vicende storiche è il lago di Garda con il mondo tedesco. Si evidenzia nella ricerca di Munari un interesse per la storia, per i luoghi, con accostamenti e taciti paralleli. L’autore ha letto fonti storiche, ha capacità di integrazione, di comunicazione e logica e sintassi. Succo del discorso – conclude Varanini – una capacità evocativa del testo e non è un libro ingenuo ma frutto di ricerca.”

La manifestazione si è conclusa con il suono del panoforte e della tromba e con il canto della Vie en Rose, motivo tanto caro al Narciso Munari.

La famiglia Munari ha poi omaggiato tutti i presenti con una copia di Atheleyda.

s.b.

 

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