L’Unione Commercio e Turismo mai come in questo Duemila ha dedicato tante energie alla riscoperta culturale delle radici della nostra «industria dell’ospitalità». E’ una saggia operazione e va detto subito: perchè valorizzare le intuizioni dei nostri nonni (che per primi scoprirono le potenzialità del lago e del paesaggio) è anche una maniera di indicare alle giovani generazioni che il «nostro patrimonio» non è un regalo senza tempo, ma è cosa da coltivare con pazienza e lungimiranza, esattamente come fa l’ortolano con il suo appezzamento di terra.Ma detto questo…perchè l’Unione ha sponsorizzato la bella mostra del Museo (ancora aperta in Rocca) sulla più datata «cartellonistica pubblicitaria»? E perchè tra qualche giorno, sempre l’Unione, presenterà ufficialmente «L’industia del forestiero», un’interessante ricerca che qualche mese fa aveva commissionato allo storico locale Mauro Grazioli? Solo per un’improvvisa passione per gli Amarcord?Nossignori, l’Unione ha ben presente che in Provincia circola da qualche tempo l’idea di creare una sorta di «Museo della cultura turistica», un contenitore «vivo» di cent’anni di ospitalità del Trentino. E l’Unione non vuole perdere – molto opportunamente – questa occasione. Quale altro centro, se non Riva, può vantare una storia ed un’internazionalità così «museabile»? La gara per questa sede è già iniziata.
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Turismo story? Riva si candida per un Museo
L’Unione guarda al passato
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