Oggi l’ufficio postale di Pacengo rimarrà chiuso. Non per sciopero né per consentire lavori, ma perché l’unica impiegata rimarrà impegnata per tutto l’orario di lavoro a Verona, per un corso di aggiornamento organizzato nella sede centrale. Certo, un cartello ha avvisato con anticipo di qualche giorno del disservizio odierno e rimangono comunque in funzione gli abbastanza vicini sportelli di Colà e Lazise, ma per la gente della frazione si tratta comunque di una situazione spiacevole. Chi usufruisce della casella postale, infatti, non potrà ritirare la posta di giornata e c’è sempre qualche anziano che non ha la possibilità di spostarsi in auto per raggiungere gli altri uffici. La stessa situazione, inoltre, si è verificata sei mesi fa e rimane sempre il rischio di trovare la saracinesca abbassata e senza preavviso in caso di malattia, magari in un giorno di scadenze. La consegna della posta a domicilio, invece, avverrà regolarmente, perché i postini dipendono dall’ufficio postale di Lazise capoluogo. «Il sindaco aveva anche scritto una lettera alla direzione delle Poste invitando a mandare un sostituto in queste occasioni», interviene l’assessore ai lavori pubblici Fabio Marinoni, che vive a Pacengo e di quella frazione conosce tutti i problemi, «ma non ci risultano risposte in tal senso. Rimane il fatto che il disservizio potrebbe essere più grave in stagione turistica, da Pasqua in poi, perché a Pacengo abbiamo tre campeggi tutti con casella postale e numerosi villeggianti in appartamento». Sta di fatto che oggi i cittadini di Pacengo non potranno servirsi delle Poste italiane, ora divenute una spa e perfino una banca. In questa situazione, sulla riviera veronese del lago di Garda, ci sono almeno altri sei uffici postali. Le Poste, dal canto loro, spiegano così la situazione: «La chiusura dell’ufficio di Pacengo è causata da esigenze organizzative del personale», fa sapere Gaetano Ieluzzi, responsabile delle risorse umane delle Poste centrali, «e per questo non prevediamo di sostituire l’impiegato. In caso di malattia, invece, cerchiamo assolutamente di spostare in loco altro personale da sedi meglio guarnite». I criteri con cui vengono assegnati i dipendenti alle diverse sedi tengono ovviamente conto della mole di lavoro che grava su ogni singolo sportello. «La chiusura per consentire l’aggiornamento del personale», prosegue Gaetano Ieluzzi, «avviene al massimo per una giornata e nel nostro piano organizzativo cerchiamo sempre di non inviare contemporaneamente ai corsi gli impiegati che lavorino da soli in sportelli dislocati nella stessa zona della provincia, vedi lago di Garda. Facciamo in modo inoltre che la necessità di chiudere lo sportello non si verifichi per più di due volte l’anno». La data del corso, infine, è stata calcolata anche in base al fatto che la stagione turistica non è ancora inziata: «Non avremmo effettuato la stessa scelta se fossimo in periodo pasquale o in estate, quando l’affluenza di clienti si fa pressante».
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L’unica addetta dell’ufficio di Pacengo oggi è a un corso di aggiornamento La direzione del personale si giustifica: «Impossibileinviare un sostituto».
Manca l’impiegata, Poste chiuse
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