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Il porto del capoluogo, uno dei maggiori per capienza dell'intero lago di Carda, è il tema della tesi di laurea in ingegneria civile del consigliere comunale Lauro Sabaini

Mancanza di posti barca: tesi di laurea

Saturo e incapace di soddisfare la sempre crescente richiesta di posti barca. Il porto del capoluogo, uno dei maggiori per capienza dell’intero lago di Carda, è il tema della tesi di laurea in ingegneria civile del consigliere comunale Lauro Sabaini. Il neodottore ha presentato all’università di Padova lo studio di un progetto d’ampliamento dell’attuale struttura, che al momento accoglie 122 imbarcazione un numero decisamente insufficiente.L’elaborato prevede l’allargamento sul lato sud del porto esistente con un moto principale e secondario. «Pur con diverse situazioni tra località e località possiamo in generale affermare che per ogni richiesta di attracco soddisfatta ce ne sono due o tre che non trovano accoglienza nei porti attualmente esistenti», scrive il ventisettenne consigliere. «Nonostante tutti i Comuni del lago di Garda siano dotati di almeno una propria struttura portuale Questa si dimostra insufficiente per capienza e carenza di servizi. Costruiti all’interno dei centri abitati con lo scopo originario di ospitare le piccole imbarcazioni a remi dei pescatori, i porti non sono in grado di soddisfare le numerose domande di rimessaggio e sosta avanzata dai turisti poiché chiusi dall’espansione urbana che non consentono ampliamenti. Le loro strutture quasi sempre obsolete e di dimensioni molto contenute (più di un terzo non raggiunge i mille ma di superficie) sono poco funzionali per l’attracco delle imbarcazioni da diporto. La non organiLa disposizione dei moli e la carenza di pontili interni limitano i posti. Infatti i circa 13 mila metri lineari di banchina totale danno posto solamente a poco più di tremila imbarcazioni: all’incirca il cinquanta per cento delle domande di posti barca. Il che provoca il proliferare di boe di ogni tipo disseminate lungo le rive creando non solo problemi alla balneazione ed alla navigazione, ma anche al paesaggio e all’ambiente visto che queste sono quasi tutte costituite da taniche di plastica o da contenitori metallici di fortuna. E si che la nautica da diporto costituisce una indubbia risorsa economica. Alcune indagini (anche se da tarare opportunamente per la nostra realtà) svolte da una università americana indicano che 300 posti barca, attraverso i servizi e l’indotto, direttamente o indirettamente creano lavoro per 1500 persone».’ «II tempo a terra del diportista nell’arco degli ultimi anni e andato aumentando sensibilmente perché le imbarcazioni» continua Sabaini «sono divenute più ridotte nelle dimensioni e, a differenza della nautica da diporto marittima, non consentono se non raramente di poter stare a bordo oltre un certo numero di ore. E se stanno a terra i diportisti hanno bisogno di bar, negozi, ristoranti oltre ai servizi di supporto diretto ai natanti per rifornimento di acqua, energia elettrica e benzina. E altresì noto che le imbarcazioni a motore producono anche effetti ambientali come l’inquinamento tanto che la provincia di Trento ha imposto nell’alto lago divieti rigidi alla navigazione. Tutto questo scarica” sulle altre due provincie rivierasche i problemi derivanti dall’eccessivo numero di barche e della domanda, creando uno squilibrio nel sistema Garda. I turisti che dispongono d’imbarcazioni a motore sono costretti a cercare l’attracco in altri comuni spostandosi con l’automobile contribuendo quindi al congestionamenfo stradale.»«Pertanto non si può negare che la nautica da diporto sia oggi per il Garda», conclude Lauro Sabaini, «un problema serio da affrontare quanto prima trovando una soluzione in grado di contemperare le differenti realtà territoriali».Stefano Joppi

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