giovedì, Novembre 21, 2024
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Il Tribunale amministrativo ha bloccato la sistemazione della strada provinciale Ricorso accolto: si allungano i tempi dei lavori

Manerba, stop al cantiere

Per il momento la sistemazione – o, come si dice in gergo tecnico-burocratico, riqualificazione – di un tratto della strada provinciale che attraversa l’abitato di Manerba resta sospesa. Lo ha deciso il Tribunale amministrativo regionale di Brescia dopo aver accolto la richiesta di sospensiva di un decreto di occupazione d’urgenza emanato dalla Provincia, avanzata da una società immobiliare. I giudici hanno per ora dato ragione ai ricorrenti, perchè «il decreto di occupazione d’urgenza del febbraio 2003 non contiene alcun riscontro al riguardo, nonostante l’obbligo di doverosa valutazione previsto dalla legge 241/90», bloccando quindi di fatto i lavori di ampliamento della strada provinciale. La vicenda appare per certi versi incomprensibile e illogica, secondo i giudici e la società immobiliare. Infatti, il progetto redatto e approvato con una delibera dell’ottobre 2001, prevede un «addolcimento» e il conseguente ampliamento di una curva dell’arteria attraverso opere di sbancamento su un lato. Un lato che, però, risulta caratterizzato «dalla presenza a monte di numerosi edifici, di installazioni tecnologiche, di una scarpata con muro di contenimento con presenza di ulivi ed altre piante pregiate». Il lato opposto, invece, «è privo di qualsiasi edificio, privo di piante di pregio, e privo di scarpate». A questo punto scatta la reazione di uno dei residenti più danneggiati dall’eventuale esproprio, l’Immobiliare Sportiva Benaco con sede a Manerba, la quale, per mezzo dell’avvocato Alberto Luppi, ha presentato ricorso al Tar. A difendere gli interessi della Provincia invece gli avvocati Katiuscia Bugatti e Magda Poli. Ma ci sono altre considerazioni di rilievo su questa vicenda che, in ogni caso, ha bloccato un’opera stradale molto attesa dagli abitanti e dagli automobilisti che la percorrono a causa della pericolosità di quel tratto. Nella sua memoria l’immobiliare ha rilevato ancora che «sull’altro lato della strada l’ampliamento sarebbe assai più agevole ed economico, perchè esso si presenta privo di costruzioni e perchè si eviterebbero operazioni di sbancamento invasive, nonchè l’onerosa e necessaria realizzazione di un muro di contenimento a monte». E ancora, è stata prodotta una perizia secondo la quale «realizzando l’altra versione del progetto si attuerebbe un risparmio di oltre 150 mila euro». Ovviamente, si tratta di considerazioni tecniche che saranno oggetto di valutazione da parte dei giudici amministrativi del Tar, chiamati ora a emanare la sentenza. Ma certamente si tratta di elementi non trascurabili, se trovassero una conferma. In difesa della sua tesi il difensore dell’immobiliare ha infine fatto rilevare l’eventuale «danneggiamento all’ambiente circostante con la necessità di costruire un muro di contenimento della scarpata e l’estirpazione di piante».

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