«L’ingegner Quarta, del Nucleo operativo del Magistrato alle acque di Mantova, mente quando afferma di non aver potuto aumentare il deflusso delle acque dal lago tra fine ottobre e i primi di novembre perchè il Po non era in grado di ricevere di più; e a smentirlo non sono io, ma i suoi colleghi di Venezia e Verona e lo stesso Magistrato per il Po che nell’incontro di martedì scorso, in prefettura a Verona, hanno affermato di non aver mai dato pareri contrari alla manovra, la sola che avrebbe consentito di abbassare il livello delle acque del Garda». È il sindaco e parlamentare Umberto Chincarini a replicare alle affermazioni del tecnico rilasciate a seguito delle perplessità sollevate sull’operato dello stesso Nucleo operativo dai responsabili del servizio di Venezia e Verona. «Le documentazioni non lasciano adito a dubbi: Mantova è stata ripetutamente sollecitata, a partire dal 27 ottobre, ad aprire Salionze in modo da far uscire più dei 30 metri cubi che in quel momento defluivano dal Garda La realtà mantovana», continua Chincarini, «è molto complessa e ben spiegata dalla relazione tecnica preparata dall’ingegnere Celestino Dall’Oglio, da noi incaricato di studiare la situazione dopo i danni della lagheggiata del novembre dello scorso anno. Comunque su tutto questo adesso sarà il giudice a decidere». Il sindaco ha, infatti, presentato l’esposto per la Procura della Repubblica che non è, però, il solo atto ufficiale nei confronti della vicenda sui livelli del lago. Lo stesso Chincarini aveva presentato pochi giorni prima dell’emergenza un’interrogazione ai ministri dei Lavori pubblici e dell’Ambiente: ricordando i 500 milioni circa di danni subiti lo scorso anno dal bacino gardesano e ripercorrendo la storia delle competenze sui livelli delle acque. Il parlamentare della Lega Nord chiedeva, tra l’altro, ai ministri se intendano o meno tenere in considerazione la proposta di «rinominare la Commissione per l’esercizio della regolazione dei livelli del lago di Garda sostituendo i rappresentanti soppressi con quelli delle province di Brescia, Mantova e Verona, con i sindaci di Sirmione, Riva del Garda e Peschiera nonché con i presidenti delle Regioni Veneto e Lombardia, destinando modeste ma concrete risorse finanziarie atte al suo funzionamento». E un’altra interrogazione è stata presentata ieri dall’onorevole Alberto Giorgetti al ministro dell’Interno e dei Lavori pubblici: il documento riassume gli eventi di questi ultimi giorni, ribadendo anche il grave rischio ambientale corso per la situazione, che «è aggravata dal riversamento nel lago di acque che dovrebbero essere depurate dal collettore», e che «le acque nere vengono scaricate direttamente a lago». Giorgetti chiede quindi «quali immediate iniziative intendono intraprendere i ministri interessati per limitare e ricucire i danni procurati dalla mancanza di controllo del livello del Garda, se non si intende accertare la responsabilità del Magistrato alle acque in relazione alle evidenti omissioni operative determinate dalla mancanza di controllo della situazione». Giuditta Bolognesi