Introduzione
Ci siamo mai fermati a riflettere sul potere incantatore dell’arte? Come un sortilegio, le opere d’arte hanno la capacità di attirare il nostro sguardo, trasportandoci in un altro mondo. È proprio questo il tema al centro di “Spellbound”, la mostra dedicata all’artista Maurizio Donzelli, curata da Alberto Fiz e con la partecipazione di Paola Pezzi, a cura di Marco Tonelli.
“Spellbound”: La Terza Tappa
“Spellbound” rappresenta la terza tappa di “Una generazione di mezzo”, un progetto dedicato all’arte contemporanea bresciata a cura di Meccaniche della Meraviglia. La mostra si svolge nel cuore di Brescia, nel prestigioso Palazzo Martinengo Cesaresco.
“Incantato” e “Ammaliato”
La parola “Spellbound” evoca un senso di incanto, di ammaliamento. Questo termine, reso celebre dal film di Alfred Hitchcock del 1945, intitolato in italiano “Io ti salverò”, fa riferimento agli stati psico-emotivi dei due protagonisti: l’uomo affetto da amnesia interpretato da Gregory Peck (John Ballantine), e la psicoanalista innamorata interpretata da Ingrid Bergman (Constance Peterson). Il loro incontro è un colpo di fulmine filmicamente costruito in una sequenza di campi e controcampi molto “magica” e romantica.
Il Dialogo Tra Maurizio Donzelli e Paola Pezzi
Questo senso di incanto pervade anche il progetto espositivo che vede in dialogo Maurizio Donzelli e Paola Pezzi nell’estate 2023. Gli artisti cercano di lasciarsi incantare reciprocamente dalle rispettive indagini visive, creando un’opera che rispecchia e si fonde nel percorso espositivo, invitando il pubblico a un’immersione visiva intensa e seducendo lo sguardo.
Maurizio Donzelli: Una Riflessione Sull’Iconografia e Lo Sguardo
Maurizio Donzelli si interroga sull’inizio del processo iconico e sulle modalità dello sguardo. Le sue opere rappresentano enigmi di immagini latenti che affiorano e si immergono nelle stratificazioni del colore e del segno, attivatori del patrimonio iconico di ciascun riguardante. Per la mostra “Spellbound”, l’artista presenta vari cicli di lavori: i “Drawings”, gli “Arazzi”, i “Mirror”, gli “O”, i “Notturni”, le “Girandole” e i “Lux Drawing”. Tutte queste opere offrono una panoramica della sua poetica, che costituisce una vera e propria antologica.
Conclusione
“Spellbound” è un’esperienza visiva e emotionale che invita il visitatore a riflettere sul potere incantatore dell’arte. Maurizio Donzelli, attraverso le sue opere, ci sfida a riflettere sulle modalità dello sguardo, stimolando la nostra percezione e immergendoci in un viaggio iconico di colori e segni.
FAQ
1. Chi è Maurizio Donzelli? Maurizio Donzelli è un artista che vive e lavora a Brescia. Ha insegnato per sette anni Teoria della Percezione e Psicologia del Colore presso l’Accademia di belle arti Santagiulia di Brescia. Produce disegni, pitture, tessuti, sculture e installazioni attraverso le quali cerca il punto di incontro tra il mondo reale, la nostra percezione di esso e le sue rappresentazioni artistiche.
2. Cosa significa “Spellbound”? “Spellbound” è un termine inglese che può essere tradotto in italiano come “incantato” o “ammaliato”. Viene utilizzato per riferirsi all’incantesimo emotivo che un’opera d’arte può esercitare sul suo spettatore.
3. Cosa rappresenta la mostra “Spellbound”? “Spellbound” è la terza tappa del progetto “Una generazione di mezzo”, dedicato all’arte contemporanea bresciata. La mostra è un dialogo tra Maurizio Donzelli e Paola Pezzi, che cercano di lasciarsi incantare reciprocamente dalle rispettive indagini visive.
4. In che modo le opere di Maurizio Donzelli rispecchiano il tema di “Spellbound”? Le opere di Donzelli rappresentano enigmi di immagini latenti che affiorano e si immergono nelle stratificazioni del colore e del segno. Questi lavori agiscono come attivatori del patrimonio iconico di ciascun spettatore, invitando a un’immersione visiva intensa e seducendo lo sguardo.
5. Dove si svolge la mostra “Spellbound”? La mostra si svolge a Brescia, nel prestigioso Palazzo Martinengo Cesaresco.