Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Venezia sulla maxi truffa ai danni dell’Unione Europea, finalizzata all’ottenimento di fondi dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), hanno portato fino alle rive del Garda bresciano. In seguito a tali indagini, sono stati disposti sequestri preventivi per un valore complessivo di oltre 600 milioni di euro nei confronti di 23 persone, di cui 14 agli arresti domiciliari.
Secondo quanto emerso, le misure cautelari riguardano anche un 45enne residente a Toscolano Maderno, coinvolto nell’organizzazione come prestanome. Si tratta di un fenomeno di criminalità organizzata, non legato alla mafia, che coinvolge diversi Paesi dell’Unione Europea. A capo dell’organizzazione si troverebbe un altoatesino e la sua compagna ucraina residente a Verona, affiancati da quattro professionisti del settore e da un esperto informatico.
La Guardia di Finanza ha ricostruito il modus operandi della truffa: attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale venivano falsificate centinaia di pratiche volte all’internazionalizzazione delle imprese, creando società inesistenti. In questo modo è stato possibile ottenere i fondi europei e gli incentivi pubblici statali. Inoltre, sono state create anche false richieste per crediti edilizi, che hanno portato all’accumulo dei 600 milioni di euro sequestrati.
Le indagini in corso stanno cercando di fare piena luce su questa complessa truffa che ha coinvolto il Garda bresciano. Si tratta di un caso di estrema gravità, che mette in luce la necessità di rafforzare i controlli e le misure anti-frode per garantire la corretta gestione dei fondi pubblici destinati alla ripresa economica.