Sono sempre attuali le “Memorie” dell’Ateneo di Salò, come quelle relative al volume uscito nel 2007 (412 pagg.): un volume corposo che offre studi di diversa natura e dà conto dell’attività del sodalizio culturale.
Rispetto agli argomenti che possono essere catalogati come storici, memorialistici, biografici, di costume, per la prima volta le “Memorie” ospitano due saggi scientifici su tematiche archeologiche: il primo, di Gian Pietro Brogiolo e Mattia Pavan “La miniera del ferro, il forno e le fucine nella valle del San Michele a Tremosine”, e il secondo, di Luciano e Giovanni Prospero “La chiesa di San Zenone di Rivoltella (analisi storico- architettonica e fasi costruttive dell’edificio)”.
La cosa merita di essere segnalata per il metodo che gli autori applicano nella loro ricerca, che viene condotta non solo “sul campo” ma anche “sulle carte”, cioè attingendo alle fonti storiche, compiendo una sorta di continua comparazione tra gli oggetti svelati dagli scavi e le testimonianze documentali custodite negli archivi locali e presso l’Archivio di Stato. Il risultato è che dei manufatti che ancor oggi vediamo, spesso trasformati e ricompresi in costruzioni che li hanno inglobati o talora talmente deteriorati e frammentati da perdere l’originaria identità e funzione, ci viene restituita una significativa leggibilità e comprensione ma, anche, ci vengono offerte indicazioni storiche di più ampio respiro che danno senso alle vicende lontane della circostante comunità, al suo mondo laborioso, alla sua economia, alle sue tradizioni.
Di altra natura, ma non meno curioso e suggestivo per l’interesse che suscita, è il saggio di Attilio Mazza “Il Grand Hotel Salò e gli illustri ospiti mitteleuropei”, un saggio che ci conduce nell’aureo mondo di fine Ottocento e di primo Novecento che il Garda ha rappresentato per l’intera Europa, soprattutto per illustri turisti di lingua tedesca, da Henry Thode a Paul Heyse, da Otto Erich Hartleben a Sigmund Freud.
Fino al 1890 Salò, a differenza di Gardone, non disponeva di grandi alberghi dotati di comfort capaci di ospitare personalità di prestigio.
Da quell’anno, invece, prende avvio la costruzione dell’Hotel Salò, in via Cure del lino, che, in una cartolina del 1904 apparirà con la scritta “Stabilimento Idroterapico” e, nel 1907 recherà l’insegna di Gran Hotel Salò. Attilio Mazza ne scrive, per la prima volta, la storia con tratti brevi ma ben documentati, accompagnandoci attraverso le fasi della sua costruzione e della sua gestione agli esordi. E poi ci illustra con leggere pennellate alcuni momenti del soggiorno gardesano di illustri intellettuali del tempo. Ne cito solo uno, Sigmund Freud che, il 25 settembre 1908 (come riportato da Mazza) così scrive da Salò alla famiglia: ”Nell’albergo è tutto molto accogliente, senza essere oppresso dall’eleganza. Il paesaggio lo conoscete, per quello che un rapido attraversamento della zona consente di conoscere. È molto più bello quando ci si può intrattenere….”
Già solo per questi saggi che occupano le prime pagine, le “Memorie” dell’Ateneo di Salò andrebbero lette. È più che un consiglio.