Ci sono sempre più richieste, da parte dei diversi gestori della telefonia mobile, relative all’installazione di ripetitori supplementari nella zona di Desenzano.Un incremento prevedibile: con il gran numero di turisti che affollano durante l’estate (e non solo) la cittadina gardesana, i ripetitori sono sempre più necessari.Tempo fa, per regolamentare la materia, il Comune aveva stilato una sorta di mappa e un piano di zonizzazione elettromagnetica del territorio comunale, con l’obiettivo di imporre un minimo di regole e impedire una corsa selvaggia all’antenna o al ripetitore. Naturalmente nell’ottica di evitare danni non ancora accertati con sicurezza, ma comunque possibili, causati alla salute dalle onde elettro-magnetiche.Ma nei giorni scorsi, il consigliere comunale leghista Rino Polloni ha scorto qualcosa di strano sul tetto di un antico palazzo di piazza Malvezzi, nel cuore di Desenzano. Sull’antenna televisiva posizionata sul tetto dello stabile sono state collocate delle microcelle, ovvero apparecchiature che servono ad amplificare i segnali della telefonia mobile. Non un vero ripetitore, ma quasi.Sono in regola o no? L’interrogativo il consigliere Polloni l’ha girato immediatamente al sindaco desenzanese Cino Anelli. Ma da quel che si è appreso, mentre il proprietario del palazzo avrebbe dato il suo consenso (una specie di liberatoria) all’installatore delle apparecchiature, il sindaco, al quale compete per legge il rilascio dell’autorizzazione, non ne saprebbe nulla.Bisogna sottolineare che oggi, dopo le pressioni arrivate da un po’ tutto il paese da parte di associazioni e privati cittadini, prima di piazzare questi strumenti occorrono precise autorizzazioni; alcune delle quali non di poco conto.Si tratta di una vera e propria procedura da seguire; altrimenti, chi colloca un ripetitore viola la legge e incorre in sanzioni anche penali. Inoltre, il centro storico viene definito dal piano del Municipio «zona proibita», sia per i ripetitori normali sia per le microcelle.E se le microcelle non sembrano essere fonte di onde elettromagnetiche particolarmente nocive per la salute umana (ma anche questo non è un dato certo), è necessario che siano comunque autorizzate.La procedura? Il sindaco provvede a firmare il nulla osta per le nuove stazioni radio; il Distretto sanitario al rilascio del parere igienico-sanitario entro 70 giorni dalla domanda. Successivamente entrano in azione anche l’Azienda sanitaria locale di Broscia e l’Agenzia regionale per l’ambiente, l’Arpa, di recente istituzione.C’è pure la facoltà di ispezionare le antenne nel caso in cui dovessero essere installate a ridosso di abitazioni o scuole.Cosa chiede a questo punto il consigliere Polloni? «Di verificare che tipo d’impianto è stato effettivamente montato su quel tetto, e se lo stesso è abusivo». Poi l’esponente leghista vuole sapere che genere di convenzione è stata stipulata tra i privati e il gestore, e infine chiede di verificare che a Desenzano non ci siano altri impianti piazzati abusivamente. Il problema, in effetti, non è solo desenzanese.E’ anche una sorta di invito ai cittadini ad aguzzare la vista a caccia di antenne e ripetitori in odore di illegalità; ammesso che facciano davvero male alla salute.In ogni caso le disposizioni per ottenere i pareri favorevoli sono complesse, e prevedono la consegna da parte dell’installatore di numerosi documenti, con annessi pagamenti di tariffe prestabilite. Altrimenti a cosa sarebbe servito il piano di zonizzazione? si chiede Polloni.
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Il Comune non l'ha autorizzata: una questione complessa
Microcelle, antenne sotto tiro
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