Nel centenario dello scoppio della prima guerra mondiale, si è svolta nella mattina di sabato 18 ottobre l’attesa cerimonia d’inaugurazione dell’intervento di recupero e ripristino dei forti del Monte Brione – il forte Garda e la Batteria di mezzo – e degli spazi circostanti, realizzato dal Comune di Riva del Garda e dalla Provincia autonoma di Trento, e concluso in questi giorni. La cerimonia, molto partecipata, si è tenuta a forte Garda, presenti il sindaco Adalberto Mosaner, gli assessori comunali Maria Flavia Brunelli (attività culturali) e Alessio Zanoni (opere pubbliche), oltre al vicesindaco Alberto Bertolini, al vice segretario generale Anna Cattoi e all’ingegnere capo Sergio Pellegrini; per il MAG erano presenti il responsabile, Gianni Pellegrini, e lo storico Lodovico Tavernini; e per la Provincia l’assessore alla cultura provinciale Tiziano Mellarini, con il dirigente della Soprintendenza per i beni culturali Sandro Flaim, e per la Rete Trentino Grande Guerra Camillo Zadra. Ospiti di riguardo gli Alpini, con il Gruppo di Sant’Alessandro, che da anni ha in cura i forti, e tantissimi amministratori dell’Alto Garda.
Dall’alto del monte Brione, lo sguardo ancora oggi può cogliere il confine segnato dalla linea immaginaria del fronte di allora. Cosa ci dicono oggi questi luoghi? Di cosa ci parla oggi quella guerra? Sono le domande che si è posto il MAG, che con l’iniziativa «Forte Brione» intende fermare il pensiero e allo stesso tempo liberare la meraviglia: fermare il pensiero sulle tracce di una guerra che è stata, ponendo i confini ridisegnati allora e le ferite rimaste aperte nel corso del Novecento, in relazione con gli stati di conflitto e le crepe inclini a sfogarsi in squarci odierni; e liberare la meraviglia abitando un paesaggio evocativo di storia e memoria, ma esistente in sé, prima, dopo e nonostante l’operato umano; un paesaggio che persuade a guardare oltre l’orizzonte dei confini e delle linee dei fronti, per svelare la naturale e primaria smisuratezza dell’essere incanto.
«Si apre oggi una due giorni molto importante – ha detto il sindaco Adalberto Mosaner – che giunge dopo un lavoro impegnativo, delicato, che ha coinvolto più persone, associazioni, enti. Un intervento che apre a più chiavi di lettura: la prima è che finalmente abbiamo raggiunto l’obiettivo desiderato, quello di restituire il valore storico, culturale e di identità a questi luoghi; qualcosa allo stesso tempo di dovuto e di utile. Utile perché bisogna conoscere e continuare a studiare questo brano tragico della nostra storia, dato che le guerre le abbiamo sempre di fronte, come purtroppo dobbiamo constatare, una volta di più, in queste settimane; quello che dobbiamo fare è erigere queste opere, farle parlare un nuovo linguaggio, per realizzare un nuovo fronte di pace. In questi luoghi, nell’Alto Garda e in Trentino abbiamo visto due fronti opposti: per questo motivo questi luoghi, l’Alto Garda e il Trentino sono diventati, oggi, simboli di pace e di dialogo tra i popoli. Un’altra chiave di lettura, anch’essa importante perché legata alla nostra economia, al nostro benessere, riguarda la forte valenza turistica di questo intervento che mette a disposizione della nostra offerta dei manufatti di straordinario interesse storico e culturale».
Hanno poi preso la parola gli assessori alla cultura Maria Flavia Brunelli – che ha parlato soprattutto della valenza culturale dell’iniziativa, realizzata per il tramite del Museo Alto Garda il quale, com’è la sua vocazione e la sua scelta, propone letture del territorio nell’ottica di un’elaborazione di pensiero – e alle opere pubbliche Alessio Zanoni – che ha ripercorso la Genesi e le fasi principali dell’idea di recupero dei forti del monte Brione e del conseguente intervento – seguiti dall’assessore provinciale alla cultura Tiziano Mellarini, il quale s’è soffermato sulla valenza corale dell’iniziativa, che ha coinvolto tantissime persone e associazioni del territorio, ma anche la Provincia automa di Trento e il Progetto Grande Guerra.
«In questo caso, sul monte Brione, come dappertutto in Trentino – ha detto il dirigente della Soprintendenza per i beni culturali Sandro Flaim – il nostro scopo è far parlare le pietre, e soprattutto le vicende e le storie delle persone che questi fatti lontani li hanno vissuti, cioè la nostra gente, dunque le nostre radici». Camillo Zadra, responsabile della Rete Trentino Grande Guerra, ha parlato del Progetto Grande Guerra come di uno strumento di consapevolezza con cui guardare ad un periodo storico non mitico, che non stimola la nostalgia, perché è un tempo di guerra e di violenza, ma è comunque un tassello della nostra storia.
Dopo la cerimonia, la visita guidata, a cura di Lodovico Tavernini, affiancato dai progettisti Giorgio Losi e Andrea Rigo, che hanno curato e seguito il progetto di ripristino: prima a forte Garda, quindi alla Batteria di Mezzo, dopo gli Alpini di Sant’Alessandro hanno offerto un rinfresco.
Ma la celebrazione, curata dal Museo Alto Garda, è proseguita nel pomeriggio con altre visite guidate e, alla Batteria di mezzo, con «Un secolo di guerre, fino ai conflitti del tempo presente», letture con Francesca Sorrentino tratte da Andreas Latzko, «Uomini in guerra» (Keller, 2014), Slavenka Drakulic, «Come se io non ci fossi» (Rizzoli, 2000), Andrei Kurkov, «Diari ucraini» (Keller, 2014), alternate a dialoghi con Raffaele Crocco, giornalista e direttore dell’Atlante delle guerre del mondo, e Roberto Keller, editore.
Le celebrazioni proseguono domenica 19 ottobre alle 10 (fino alle 14), da forte San Nicolò alla Batteria di mezzo con «Forte disegno: disegnare, camminare, raccontare il paesaggio», laboratorio all’aperto di osservazione e disegno dell’ambiente del monte Brione, con Francesca Bazzurro, illustratrice e grafica, e Giulia Mirandola, curatrice editoriale per l’infanzia e di picture books per adulti e famiglie. Nel pomeriggio, alle 14 (fino alle 16) le visite guidate a forte Garda e alla Batteria di mezzo con lo storico Donato Riccadonna; e alle 14.30 (fino alle 17.30) a forte Garda il laboratorio «Forte disegno» è replicato per i bambini dai 6 ai 12 anni d’età. Alle 16 (fino alle 17) a forte Garda «Confini, margini e minoranze», letture con Francesca Sorrentino da Sepp Mall, «Ai margini della ferita» (Keller, 2014), Maja Haderlap, «Angeli dell’oblio» (Keller, 2014), Andrea Nicolussi Golo, «Diritto di memoria. Canto per mia madre e mio padre emigranti» (Biblioteca dell’immagine, 2014), alternate a dialoghi con Andrea Nicolussi Golo, scrittore, vincitore nel 2011 del premio «Ostana scritture di minoranza», e Roberto Keller, editore.