L’11 settembre il museo civico di Riva del Garda inaugura la mostra temporanea dedicata a Luigi Baroldi, naturalista, ricercatore, collezionista di minerali e fossili, giornalista, nonché deputato alla Dieta austriaca. Per celebrare il centenario della morte dello studioso nativo di Fiavè, Comune, museo civico e biblioteca si sono fatti promotori di un ciclo di eventi in collaborazione con le associazioni Riccardo Pinter, Gruppo Monte Tombio, San Martino, Gruppo culturale Fiavé-Lomaso-Bleggio, i Comuni di Tenno, Fiavè, Canazei, le biblioteche di Ponte Arche e Canazei e patrocinato dal museo tridentino di scienze naturali di Trento e dall’Istituto culturale ladino di Fassa. Luigi Baroldi nasce nelle Giudicarie, a Fiavé, il 15 marzo 1853. Frequenta a partire dal 1865 la prima classe di retorica al seminario vescovile di Trento, inseguendo la sua precoce vocazione sacerdotale. Viene ordinato sacerdote il 18 luglio 1875, a soli 22 anni, tanto che deve chiedere la dispensa papale per poter dire messa prima del venticinquesimo anno. Inviato in cure d’anime nella Valle di Fassa, che lui definisce «l’Eden dei geologi e l’Eldorado dei mineralisti», vi passa buona parte della sua maturità. Nel 1876 viene nominato cappellano esposto a Penìa di Fassa, dove rimane fino al 1880. Don Baroldi ricopre l’incarico di cappellano esposto, ovvero di aiutante del parroco con possibilità di risiedere al di fuori della parrocchia, per tutta la vita. Mentre ricopre l’incarico di cappellano di Penìa, Don Baroldi collabora con «Riva Fedele. Giornale illustrato religioso morale», quindicinale del partito cattolico che esce a Riva tra il 1883 e il 1885. I suoi studi naturalistici iniziano molto presto: don Baroldi si dedica alla ricerca di minerali e di fossili oltre che ad approfondire la conoscenza delle caratteristiche naturali della valle: il lavoro forse più importante è «Fra le rupi di Fassa», del 1890, nel quale sono descritte le località in cui si trovavano i più rari minerali della zona. Nel 1880 viene nominato vicario curaziale di Ballino, vicino a Fiavè, e quattro anni dopo diviene curato di Campi, frazione di Riva. Scrive le «Memorie di Fiavé e delle Giudicarie», dove per la prima volta l’esistenza delle Palafitte è documentata, analizzata e interpretata giustamente, come resti di villaggi bronzei sulle sponde dell’antico lago della Torbiera. Nominato cappellano esposto di Pranzo, nel 1896, vi rimarrà per otto anni, fino alla morte avvenuta il 12 aprile 1904. Don Baroldi diventa anche rappresentante del distretto di Riva alla Dieta di Innsbruck.
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L’11 settembre il museo civico di Riva del Garda inaugura la mostra temporanea dedicata a Luigi Baroldi