Con il parere positivo del Consiglio Provinciale di Brescia, fa un passo avanti il cammino per aggiungere un prezioso «del Garda» al nome di Lonato. L’iniziativa è sostenuta, com’è noto, dall’Amministrazione guidata dal dottor Mario Bocchi. Questi, nel rivendicare il nuovo appellativo per il suo Comune, si è rifatto a un dato innegabile: anche se solo per qualche centinaia di metri, Lonato confina con le azzurre acque del lago di Catullo, di Virgilio, di Carducci, di d’Annunzio. Vorrei però ricordare che non è stato sempre così. Soltanto nella prima metà del XIX secolo il comune monastico di Maguzzano, soppresso dal predone Bonaparte e accorpato in un primo tempo a quello di Padenghe, fu attribuito a Lonato, permettendole così uno sbocco lacustre. Erano stati i benedettini dell’antica abbazia, da sempre dedicata alla Madonna Assunta, che avevano fatto in modo di avere una striscia di terreno, per quanto stretta , che permettesse loro di pescare e di raggiungere per via d’acqua la “casa madre” di San Benedetto Po, la celebre abbazia del Polirone.Insomma , senza Maguzzano, senza i suoi monaci, niente Lonato “del Garda”. Anche il richiamo alla memoria storica può servire alla “buona battaglia” di coloro che da anni si impegnano (ed io, per quanto conta, sono tra loro) perchè sia gelosamente preservato quanto resta della straordinaria bellezza delle campagne che ancora circondano l’abbazia di Maguzzano. Mentre Desenzano ha tutelato come parco le zone attigue, dal Monte Corno all’autostrada, Lonato – come purtroppo è noto – non si è ancora decisa a fare altrettanto, creando il “Parco dell’abbazia di Maguzzano e del lido di Lonato”. Giungendo dalla via della Maccarona si profila, oggi come sempre, una selva di gru – grandi e piccole – che segnalano altrettanti cantieri per le villette-pollaio di milanesi e affini e per le ville pretenziose dei ricchi bresciani o mantovani. La distruzione di una bellezza antica continua, mentre una elementare volontà politica, guidata dal buon senso e anche dal sano interesse economico, potrebbe consegnare intatto alle generazioni future quanto resta del territorio che già fu dell’abbazia e che permette ora a Lonato di fregiarsi del nome prestigioso del grande lago. Sindaco Bocchi: perchè non festeggiare il sicuro approdo alla nuova dizione di “Lonato del Garda” con una contemporanea legge di tutela, doverosamente severa, di una zona così preziosa, anzi essenziale, del Suo, del nostro Comune? Non è forse la storia millenaria dell’abbazia di Maguzzano che Le ha permesso di fare attribuire un simile nome alla città? Troverà, certo, dure opposizioni nei pochi che saranno colpiti nei loro interessi da un provvedimento di divieto totale di edificabilità, essendo illusorie le tutele dell’attuale definizione di “zona agricola”. Ma troverà anche l’appoggio e la gratitudine di molti altri, assai più numerosi e, se mi permette, mossi solo dal desiderio di salvare gli scampoli di una bellezza irripetibile, che è poi anche un capitale da amministrare con saggezza e da trasmettere a chi verrà dopo di noi.
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Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Vittorio Messori, giornalista, scrittore e «difensore» dell’abbazia di Maguzzano. Il giornalista e scrittore Vittorio Messori: «Lonato vuol diventare ’’Del Garda’’? Dovrà mostrare riconoscenza»