Sono ormai trascorsi tre mesi da quando è entrata in vigore l’ordinanza dell’amministrazione comunale di Manerba che vieta la pratica del naturismo all’interno del Parco della Rocca e del Sasso. E non sono mancati i trasgressori, puniti con ammende da 516 euro o addirittura con una denuncia penale per atti osceni in luogo pubblico. Per evitare proprio questi ultimi casi, e non tanto per una forma di razzismo verso i nudisti, è stata voluta l’ordinanza che, se da un lato ha fatto nascere in paese qualche sorriso per l’argomento, dall’altro ha anche creato polemiche. Come quella sollevata dalla sezione laziale dell’Unione naturisti italiani, che hanno invitato i particanti nudisti, ed in senso lato tutti i turisti, «a non frequentare le spiagge di Manerba ma le oltre 1400 strutture naturiste sparse per l’Europa». Ma dai verbali degli agenti della Polizia locale dell’Unione dei Comuni della Valtenesi, che pattugliavano la zona sovente anche in borghese, notiamo che i nudisti non sono mancati. «Abbiamo effettuato una ventina di verbali – ha dichiarato il comandante Rossi della Polizia locale dell’Unione dei Comuni della Valtenesi – da quando è in vigore l’ordinanza. Si tratta di 6/7 denunce penali per atti osceni in luogo pubblico, mentre le restanti sono state sanzioni pecuniarie per nudismo; tutte riscontrate a cittadini italiani. Grazie alla vigilanza abbiamo riscontrato una diminuzione di atti di esibizionismo sessuale e che offendevano il comune senso del pudore, che stavano aumentando nella zona del Parco». Per anni la zona impervia sottostante il Sasso è stata meta di frequentazioni di naturisti. Finchè la pratica è rimasta circoscritta alla zona della spiaggia, il Comune ha tollerato i nudisti. Il problema è sorto nei mesi scorsi quando sono giunte in municipio numerose segnalazioni da parte di cittadini che, durante passeggiate tra i sentieri nella parte superiore del parco, si sono imbattuti in atti di esibizionismo sessuale e di prostituzione, maschile e femminile. L’amministrazione comunale ha così emanato l’ordinanza del 22 giugno scorso per tutelare tutti gli utenti del parco, ad interesse sovracomunale con importanti reperti che vanno dal neolitico al periodo medioevale, divenuto meta di di escursioni organizzate da scuole o famiglie, gruppi interessati all’archeologia ed alla botanica, per cercare di arginare il turismo sessuale. Una piccola dimenticanza, però, è stata fatta notare in questi giorni. I cartelli che segnalano il divieto di nudismo sono scritti nella sola lingua italiana, che potrebbe non essere comprensibile ai numerosi turisti stranieri che visitano il territorio gardesano. «Non abbiamo utilizzato un’altra lingua straniera – spiega Mariella Speziani, sindaco del Comune gardesano – perché riteniamo che i tedeschi che frequentano l’Italia siano a conoscenza della nostra lingua, o almeno informati sulle ordinanze in vigore. Ma, dal momento che siamo consapevoli che le nostre spiagge sono frequentate per gran parte da stranieri, dalla prossima stagione metteremo la traduzione anche in inglese e tedesco». Della stessa idea sono anche le forze dell’ordine che hanno controllato che l’ordinanza venisse rispettata. «Durante il nostro pattugliamento – racconta il comandante Rossi – abbiamo notato che il 99% delle persone che frequentano la zona della Rocca sono italiani. Nessun tedesco è mai venuto a chiederci delucidazioni in merito all’ordinanza scritta in italiano».
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Da tre mesi un’ordinanza vieta il naturismo al Parco della Rocca. Dal 2006 cartelli in tre lingue.Una ventina i verbali, tra denunce penali e sanzioni amministrative