Naturisti in rivolta contro il Comune di Manerba, dopo il provvedimento del sindaco Mariella Speziani che vieta la tintarella integrale nella spiaggia sotto la Rocca e minaccia multe per i trasgressori con ammende da 516 euro. È di ieri la presa di posizioni di due organizzazioni naturiste: la Federazione naturista italiana (riconosciuta dalla International Naturist Federation) e la sezione laziale dell’Unione naturisti italiani (a sua volta affiliata alla Fenait). I più arrabbiati sono questi ultimi che arrivano a lanciare un appello ai nudisti «praticanti» e ai turisti in generale «a non frequentare Manerba per un bagno di sole bensì le oltre 1.400 spiagge e strutture naturiste esistenti in Europa e ciò anche per far sì che lo stesso sindaco di Manerba possa occuparsi dei tanti più seri problemi che affliggono il suo comune». Gli aderenti all’Uni – Lazio contestano la scelta dell’Amministrazione, bollandola come «comica» e per certi aspetti antistorica, e auspicano una rapida approvazione, da parte del Parlamento, di una proposta di legge che regolamenta – come all’estero – il naturismo. Un auspicio che arriva anche dalla Fenait (la federazione naturista italiana) che parla senza mezzi termini di discriminazione riferendosi alla delibera del sindaco «che mette in un unico calderone, nonostante le differenze siano sostanziali e abissali, i naturisti e gli sparuti adepti del turismo sessuale. Questa ordinanza per colpa di pochi dissennati colpisce i tanti incolpevoli naturisti che frequentano la zona, anche stranieri, che si chiedono cosa abbiano a che fare con il fenomeno sessuale che giustamente si intende contrastare». Il fenomeno della «caccia al naturista» – osserva Simona Carletti, del direttivo della Fenait – è un fenomeno tutto italiano e avviene perchè il Parlamento non si decide a mettere ai voti le proposte di legge che regolamentano il naturismo».
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Prese di posizione dopo il no al nudismo sotto la Rocca