Da arsenale e fabbrica di guerra voluto da Radetzky a contenitore per la cultura e valorizzazione delle produzioni locali. Il percorso storico lungo 150 anni della caserma d’artiglieria, complesso monumentale in fase ultima di ristrutturazione compreso tra i manufatti cinquecenteschi di Porta Verona e bastioni di San Marco, è stato illustrato giovedì nel corso di una visita guidata. A rileggere la vita del manufatto, capolavoro di architettura, e a mettere a fuoco gli interventi che stanno portando l’edificio agli antichi splendori, si sono alternati gli architetti Lino Vittorio Bozzetto e Oscar Cofani, progettisti e direttori dei lavori. L’intera vicenda dell’imponente recupero storico, oltre che architettonico, rasenta l’incredibile visto che si è trattato di uno dei pochi progetti in ambito veneto realizzato con finanziamenti a fondo perduto. «Poco più della metà dei sei miliardi spesi», ha evidenziato il sindaco Umberto Chincarini, «sono stati a carico dell’Unione europea che aveva allestito un apposito finanziamento per questi scopi. All’altra metà abbiamo provveduto vendendo un terreno e con oneri di urbanizzazione per mezzo miliardo». I lavori saranno completati entro la fine dell’anno e verranno visitati subito dopo Pasqua da tecnici e funzionari dell’Unione europea. Un convegno, fissato per le 14.30 di venerdì 20 nella Palazzina Storica di via Parco Catullo, promosso dal Comune e dall’Associazione fra addetti alla sicurezza, parlerà su «Il restauro degli edifici storici e il sistema sicurezza cantiere». Un restauro, quello della Caserma di Porta Verona, avvenuto nel massimo rispetto di forme e disegni originari e che porta agli antichi splendori un edificio che accoglierà servizi, ha messo in risalto il sindaco, «di utilità per la comunità: dall’archivio storico della città a sale per esposizioni, attività per la promozione del territorio, un museo della storia locale, nonché sedi per le associazioni». Il tutto nel segno dell’integrazione fra turismo e beni ambientali, benessere economico e tradizioni. In quest’ottica, tra le attività preminenti che accoglierà il complesso, secondo la convenzione stipulata tra Comune e cooperativa sociale Beta che gestirà la struttura, anche un’enoteca affiancata da bar, caffetteria e book shop-oggettistica con sale per l’esposizione di vini e un laboratorio di analisi a supporto tecnico della produzione. L’iniziativa vede in primo piano i Consorzi di tutela dei vini Bardolino, Bianco di Custoza, Lugana, Garda doc, Valdadige-Terra dei Forti. La visita al complesso è stata occasione per illustrare le attività legate al mondo del vino presentate dal presidente della società Beta, Claudio Zanoni, da Valentino Fugatti e Albino Piona presidenti del Consorzio del Bardolino Giulio Liut. Dirimpetto alla zona enoica, oltre il piazzale, la grande sala Piccard di rappresentanza e locali per ospitare un salone del gusto dei prodotti veronesi.
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Alla «Porta Verona» restaurata i prodotti dei consorzi di tutela del Garda
Nell’ex caserma di artiglieria adesso si sparano i migliori vini
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