«Non perdete il treno del golf!». Questo, in sintesi, il messaggio che Cesidio Cordisco – giocatore di golf, ex dirigente sportivo, ex membro del Coni provinciale, ex presidente di club ed ex presidente del Comitato regionale della Federazione Italiana Golf – lancia a politici, imprenditori e operatori turistici dell’Alto Garda. «Sento da un po’ di tempo un silenzio “assordante” sul golf – scrive Cordisco – eppure alcuni dicono che la nostra provincia ha una vocazione turistica. Certuni pensano che con internet si possano risolvere problemi di domanda di turismo, ma internet non risolverà i nostri problemi di offerta: il nostro comparto turistico va aggiornato con urgenza dato che la domanada sarà sempre più variegata e selettiva. Non si può perdere un campo da golf che, con altre iniziative, completerà un’offerta di maggiore qualità. Il golf oramai è sempre più fenomeno di turismo con un target medio-alto che è utile all’economia della nostra provincia. Di tanto in tanto, qualcuno s’interessa a questo meccanismo, ma il più delle volte è gente senza un trascorso, che pensa di improvvisare delle strutture in luoghi non idonei e con capacità tecniche insufficienti per i nuovi aggiornati dettami e parametri. L’idea del golf è aggregante ed è collante anche per altre manifestazioni: il golfista si muove giorni prima delle manifestazioni (congressi, convegni, fiere, ecc.) e riparte dopo l’evento; personaggi importanti gravitano sempre più intorno al mondo del golf e gli stessi fanno pubblicità se il campo è di buona qualità e giocabilità. Già in passato mi sono soffermato a parlare dei flussi turistici di un campo a 18 buche, con valenza provinciale ed europea quale deve essere: 40mila presenza annue di giocatori, 20 posti di lavoro assicurati per l’intero anno, con un indotto diretto di altrettante persone che saranno a stretto contatto con il campo (giardinieri, agricoltori); un accrescimento dei valori mobiliari, immobiliari ed economici nella zona dei comuni limitrofi. Inutile frammentare le iniziative: Dro, Arco, Riva, Torbole devono essere un unico cantiere per iniziative comuni. Il polo fieristico e congressuale non deve più attendere, il palazzetto dello sport va fatto, la fascia lago (porto ecc.) deve far parte dello stesso progetto e incastrarsi nelle altre realtà, in modo che ogni struttura interagisca con le altre. L’impatto con il territorio è minimo, reversibile e l’inquinamento non è superiore ad altre attività. Le colate di cemento sono poche e sotto controllo: oggi ne vedo in giro di peggiori. Per tornare al pratico, per fare il punto della situazione, ci vorrebbe un Comitato presieduto da un personaggio di spessore economico e voglia di fare (con un pizzico di mecenatismo). Personaggi con questi requisiti ne abbiamo più di uno. Io vedrei persone come Arcese, gli Azzolini, i Maino, i Miorelli, i Pederzolli, Lazzara e altri. Imprenditori abituati a coniugare il futuro, rendendolo presente di uno sviluppo cui non possiamo sottrarci. Sarà il domani dei nostri figli».
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