Entra in vigore da oggi l’obbligo, per i produttori di vino dell’Unione Europea, di segnalare l’eventuale presenza di anidride solforosa nelle bottiglie qualora essa superi la soglia di dieci milligrammi per litro. Quello che da dal 25 novembre di un anno fa era facoltativo, diventa obbligatorio, seguendo l’esempio degli Stati Uniti, grazie a due regolamenti comunitari inseriti a salvaguardia del diritto all’informazione del consumatore. L’anidride solforosa ha una funzione antisettica e serve a conservare le qualità del vino, a limitare lo sviluppo dei batteri e a prevenirne l’ossidazione e il deperimento. I solfiti vengono in genere aggiunti sotto forma di gas o compresse di potassio metabisolfito che, reagendo con gli acidi del vino, sviluppano anidride solforosa. Questi composti sono responsabili di lesioni alla mucosa intestinale e della riduzione dei livelli di vitamine B1 e causano reazioni allergiche nei soggetti asmatici. Il loro uso è autorizzato dall’Unione Europea e dall’Oiv (Organisation International de la Vigne et du Vin). La nuova disposizione comunitaria, secondo la Coldiretti, ostacolerà la commercializzazione dei vini ed è di difficile applicazione in quanto ogni bottiglia esportata dovrà avere l’etichetta nella lingua del paese dell’Unione destinatario. Al riguardo la Coldiretti consiglia l’inserimento di un logo o di un simbolo facilmente intuibile da ogni cittadino comunitario, come ad esempio la formula chimica del composto (So2). I prodotti attualmente in commercio privi di etichetta perché imbottigliati precedentemente alla norma potranno invece essere liberamente commerciabili.
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Bruxelles vara le norme in conformità a quelle degli Usa