domenica, Dicembre 22, 2024
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Era successo mesi fa sempre nel rio Giordano, al Frassino, domenica il fenomeno è stato più grave

Nuova moria di pesci nell’oasi

Un’ imponente moria di pesci nel rio Giordano, il principale affluente del laghetto del Frassino, individuato dall’Unione Europea come Sito di importanza comunitaria IT3210003. Il fenomeno è stato rilevato domenica scorsa da Manuela Formenti, responsabile della sezione veronese del Wwf, che lo ha immediatamente segnalato per iscritto a Comune, Provincia e Arpav.«Purtroppo non è la prima volta che registriamo un simile episodio. L’ultima moria si era verificata qualche mese fa, ma si era trattato di un’ entità decisamente inferiore a questa», spiega l’ambientalista, che domenica era al laghetto per uno dei soliti controlli sui siti veronesi inseriti nella «Rete natura 2000».«Passeggiando lungo la riva del laghetto abbiamo visto i pesci morti nel rio Giordano; dal punto in cui questo si immette nel Frassino siamo risaliti a piedi sino a dove il rivo è visibile e la moria, che ha riguardato soprattutto scardole e qualche cavedano, era riscontrabile lungo tutto questo percorso». «Lunedì», prosegue nel resoconto Manuela Formenti, «sono tornata a vedere la situazione: i pesci più piccoli si erano sedimentati sul fondo e a galleggiare erano rimasti solo i più grossi. L’impressione che ho avuto è che ci fosse una sostanza di tipo oleoso sul pelo dell’acqua, ma non posso esserne certa». Il rio Giordano nasce a monte della località Broglie di Peschiera. Scorre per un breve tratto in Lombardia per rientrare quindi in Veneto, poco sotto la stessa frazione; ancora qualche tratto all’aperto e quindi viene intubato e così attraversa prima la zona industriale e poi l’autostrada.«Da sotto l’autostrada», riprende la Formenti, «il Giordano torna a cielo aperto e prosegue attraverso i campi sino al suo ingresso nel laghetto del Frassino. Ciò significa che i punti di criticità sono molti e proprio per questo sarebbe necessario effettuare delle analisi per capire quale è stata la ragione dell’inquinamento che ha causato la moria di pesci. Anche perché credo sia importante e doveroso verso questo habitat così prezioso verificare se esistono dei presupposti che potrebbero determinare il ripetersi del fenomeno».La responsabile della sezione Wwf di Verona ha chiesto di essere messa a conoscenza «dei risultati delle analisi e delle azioni che gli enti in indirizzo intendono approntare».«Il nostro unico interesse è la salvaguardia di questo habitat; per questo abbiamo informato gli enti preposti alla tutela del sito, con i quali siamo pronti a collaborare al meglio di come possiamo. Perché l’obiettivo che, credo, ci accomuna tutti», conclude Manuela Formenti, «è salvaguardare l’oasi del Frassino».

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