La società di gestione dell’aeroporto di Brescia è stata ufficialmente varata ieri: il Cda avrà presidenza bresciana, ma maggioranza veronese. L’assemblea della Catullo Spa, che gestisce gli Aeroporti del Garda, ha approvato infatti, pur con il voto contrario del Comune di Verona (6,85% delle quote azionarie) e l’astensione della Provincia di Vicenza, il bilancio ’99 e lo scorporo del ramo d’azienda dello scalo bresciano. Il bilancio chiude con una perdita di 2.241 milioni (nell’anno precedente il risultato fu positivo per 2.355 milioni), che è l’effetto finale di un utile di 6,4 miliardi dello scalo di Villafranca (nonostante un calo del 12% del traffico degli aeromobili e del 15% del movimento passeggeri per effetto dei tre mesi di chiusura) e di una perdita di 8,6 miliardi di quello di Montichiari. Complessivamente il sistema del Garda ha movimentato 1.857.790 passeggeri, circa 35mila in più rispetto al ’98: di questi circa 350mila hanno fatto capo a Montichiari, e precisamente 327.000 negli 81 giorni di supplenza, quando erano chiuse le piste di Villafranca, e 23.000 in tutto il resto dell’anno, da giugno al 31 dicembre. Mentre al vertice della Catullo Spa al dimissionario presidente Massimo Ferro subentra Fernando Sanson, i bresciani – Alberto Cavalli, presidente della Provincia e Franco Bettoni, presidente della Camera di commercio in primis – si trovano di fronte alla concreta fase di avvio della D’Annunzio Spa, la società di gestione che dovrà reggere le sorti dello scalo di Montichiari. Un compito non certo facile, considerati i risultati del bilancio ’99: ma che impegna i bresciani in una sfida esaltante, affidando loro il ruolo di protagonisti diretti nella gestione dello scalo. «Siamo di fronte – afferma il presidente della Provincia Alberto Cavalli, affiancato dall’assessore provinciale ai Trasporti Vigilio Bettinsoli – ad un passaggio importante e delicato, ma estremamente positivo, in quanto consentirà a Brescia di incidere direttamente su scelte che riguardano il nostro territorio. Per questo – prosegue Cavalli – in piena sintonia con Bettoni e Bettinsoli abbiamo richiesto ed ottenuto il consenso della presidenza del Catullo su alcune indicazioni di percorso, che riteniamo fondamentali». Quali le richieste bresciane? In primo luogo, spiega ancora Cavalli, si tratta della rivendicazione della presidenza: il Cda sarà infatti composto da 9 membri, di cui 4 bresciani, a fronte di un capitale sociale di 33 miliardi di spettanza per l’85% – pari a 28 miliardi – alla Catullo e per il 15% – 5 miliardi – a Provincia e Camera di commercio in quote paritetiche. La quota di capitale bresciana sarà costituita dalla terza tranche di versamenti, pari appunto a 5 miliardi, previsti per l’anno in corso. L’ultima rata dei 15 miliardi sborsati non sarà pertanto a fondo perduto, ma avrà il corrispettivo di una quota di capitale di pari valore. I bresciani si sono inoltre assicurati un’opzione sulla seconda fase della manovra, quando cioè si procederà ad un aumento di capitale (con sovrapprezzo) per l’allargamento ad un partner tecnico e contestualmente la Catullo ridurrà il proprio controllo fino al 58%: Provincia e Camera di commercio potranno allora acquisire nuove quote senza alcun sovrapprezzo. «Montichiari – aggiunge l’assessore Bettinsoli – ha tutte le potenzialità per crescere: i collegamenti con Roma, Londra, Olbia e la Romania dovrebbero far toccare allo scalo bresciano i 260mila passeggeri già nel Duemila a fronte di una previsione di crescita fino a 650.000 nell’arco dei primi dieci anni». Graziano Guerini
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La società di gestione dell’aeroporto di Brescia è stata ufficialmente varata ieri: il Cda avrà presidenza bresciana, ma maggioranza veronese
Nuova SPA per l’aeroporto Gabriele D’Annunzio di Montichiari
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