Tutto è pronto per la grande giornata di martedì 22 aprile per i volontari delle associazioni d’arma che raccogliendo l’invito del presidente dell’ANCR locale Alessandro Filippi hanno deciso di ripulire e riportare all’antico splendore il monumento ai caduti collocato sul porto vecchio, di fronte alla storica Dogana Veneta.
Pronti con tanti arnesi in mano sono i soci del gruppo alpini, degli artiglieri, dei carabinieri, dei marinai, dei fanti e dei paracadutisti con in testa gli ex combattenti e reduci. Questi ultimi soprattutto spalleggiati dai soci simpatizzanti perché gli ultimi reduci ancora vita non più delle dita di una mano e “l’età è quella che fa”, come recita un vecchio adagio popolare.
“Abbiamo deciso di dare una sistemazione ed una ripulitura dai segni del tempo al vecchio monumento ai caduti – spiega il segretario dell’ANCR Sergio Marconi – in occasione della festa della Liberazione non dimenticando comunque che fra pochi mesi cadranno i cento anni dall’inizio della prima guerra mondiale. Va ricordato che il manufatto è stato realizzato nel lontano 1924 ed è opera dello scultore Ferruccio Recchia di Santa Lucia. Hanno bisogno di una pulizia profonda soprattutto le lapidi che ricordano i caduti e morti a causa di guerra, non da meno la statua del milite ignoto ed anche il tappeto erboso collocato ai piedi del monumento. Per il momento, dopo l’autorizzazione del sindaco Luca Sebastiano – continua Marconi – abbiamo stabilito di dare corso alla pulizia generale. Successivamente sistemeremo il terreno, pianteremo delle essenze fiorifere con i colori rosso e bianco che con il tappeto verde formano il tricolore. Ovviamente tutto con l’opera dei volontari e quindi nessuna spesa a carico del comune.”
L’opera è stata inaugurata il 28 settembre 1924. L’erezione del monumento costituì anche il secondo degli interventi novecenteschi di rinnovamento dell’urbanistica del centro storico. Il primo fu il banchinamento del tratto meridionale del porto vecchio. L’impresa comportò l’abbattimento della cortina merlata del porto e la demolizione della torre del Cadenòn. Abbattimento e demolizione , voluti a furor di popolo ed al suono di una campana a martello. Il monumento raffigura un fante in atto di portare nella mano destra una Vittoria alata e nella sinistra una corona di alloro. Mano ora quasi completamente distrutta priva quindi della corona di alloro. Il basamento, tozzo e solido, sostiene un ammasso di rocce che va a finire in una diagonale lastra di pietra recante in cima un faro. A metà obelisco sono incisi i nomi dei Caduti della prima guerra mondiale. Ai piedi una lastra in marmo, collocata dopo la fine della seconda guerra mondiale reca i nomi di 18 caduti e di ben 15 dispersi in terre lontane.
Sergio Bazerla