Roà Volciano – La Bovis Lend Lease, primario operatore inglese di project financing nel mondo, ha depositato all’Azienda ospedaliera di Desenzano una proposta per costruire (in regime di concessione) la nuova struttura di Roè Volciano, che dovrebbe sostituire Salò e il S.Corona di Fasano. L’importo complessivo dell’investimento supera i 70 miliardi, compresa la fornitura delle attrezzature mediche, ma esclusi i servizi. Il progetto, presentato unitamente alla società Elyo Italia srl e Sircas spa, che operano nel settore impiantistico, nella gestione e nella manutenzione, prevede la costruzione ex novo di una nuova unità da 122 posti letto, destinata principalmente alla riabilitazione e alla dialisi per un periodo di 26 anni, con erogazione di tutti i servizi accessori, inclusa la manutenzione, la pulizia e la parte alberghiera. Esclusa, invece, l’attività di tipo sanitario. Un’operazione studiata con l’assistenza dell’avvocato Federico Scotti, della Coudert Brothers di Milano, occupatosi della parte legale, e dello studio Ferrari di Levata (Curtatone), che ha curato l’aspetto tecnico. I promotori sono stati assistiti anche dalla società di consulenza Mazars & Guerani. Il piano economico-finanziario è stato asseverato da Crediop. Secondo quanto previsto dall’art. 37 della Merloni ter, entro il 31 ottobre dovrebbero esprimere una valutazione la Regione Lombardia e l’Azienda ospedaliera di Desenzano. Nel caso di parere favorevole, si procederebbe poi alla gara per l’aggiudicazione finale. L’anno scorso la Bovis Lend Lease aveva presentato un piano per la parziale ristrutturazione e l’ampliamento di un’ala degli Spedali Civili Riuniti di Brescia, con successiva gestione in concessione. Si è trattato del primo progetto approvato in Italia ai sensi della Merloni ter (delibera della Giunta regionale dello scorso 18 maggio). Adesso il tentativo di fare il bis. La società inglese è un colosso impegnato in tutto il mondo in importanti realizzazioni: le Torri gemelle di Kuala Lumpur, la nuova sala conferenze del Parlamento europeo a Strasburgo, il terminal aeroportuale di Palma de Majorca e il nuovo scalo internazionale di Oakland, negli Usa, gli ospedali di Brisbane in Australia e Fort Lauderdale, in Florida, solo per citare alcune opere. Nei giorni scorsi il consiglio comunale di Roè Volciano ha detto di sì al nuovo ospedale, ponendo una serie di paletti: certezza della copertura finanziaria dell’opera e tempi certi di realizzazione; nessun costo diretto o indiretto sulle spalle del municipio; la viabilità non dovrà gravare su quella comunale, ma essere indipendente; soluzione dei problemi di inserimento ambientale. Questa la delibera approvata dal consiglio, con 13 voti favorevoli, due contrari (Luigi Roscia, Marco Quaranta) e due usciti dall’aula (Clelia Mascoli, Mario Apollonio). «Le strutture di Fasano e di Salò sono fatiscenti, e non più idonee a garantire la qualità dei servizi e i livelli di sicurezza previsti dalla normativa attuale – ha affermato Giovanni Momoli, medico, assessore esterno -. La proposta prevede di realizzare 160 posti letto, così suddivisi: Ortopedia, Cardiologia e Geriatria per la struttura Riabilitativa, Medicina di natura oncologica e Hospice per la degenza, Emodialisi, Laboratori e centro prelievi, Diagnosi per immagine (radiografie, mammografia, Tac, ecografie) e ambulatori per il Primo intervento». «Non dobbiamo discutere il progetto – ha aggiunto il sindaco Massimo Ronchi -, ma dichiarare solo se disponibili o no ad accogliere la struttura». L’ex sindaco Giuliano Scarpellini: «E’ necessario creare posti per la lungodegenza, in quanto non esistono strutture idonee per queste patologie». Lorenzo Gabrieli: «Se non verranno fornite le necessarie garanzie da parte dell’Asl, il comune potrà negare la variante al Piano regolatore». Il capogruppo Gianvittorio Pelizzari ha espresso l’impegno a favore dell’iniziativa. Le minoranze. Clelia Mascoli: «Gavardo e Salò non sono in grado di fornire prestazioni adeguate. Ma sarebbe più opportuno riqualificare l’esistente. Roè è il luogo meno adatto, in quanto il territorio è già urbanizzato. Inoltre l’intervento richiederà ulteriori strutture, a supporto dei familiari dei degenti. In futuro si potrebbe indire un referendum». Luigi Roscia: «E’ difficile non volere il nuovo ospedale. Ma esistono dubbi per la notevole incidenza sul territorio. Inoltre non si conoscono i tempi di realizzazione. Spero vengano realizzati ambulatori con servizi moderni ed efficienti, e non resti un luogo grigio dove saranno curati cittadini al 90% non bresciani».
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Un gruppo inglese specializzato in grandi infrastrutture si candida a realizzare il presidio sanitario. I privati sono pronti ad investire 70 miliardi in cambio della gestione
Nuovo ospedale, il progetto è già realtà
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