venerdì, Novembre 8, 2024
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Siglato in Provincia, auspice Cavalli, l’accordo di intenti fra il Comune bassaiolo e il Brescia calcio. 30mila posti alla Fascia d’oro, con corredo di «terziario»

Nuovo stadio, Montichiari dice sì

Niente mattoni o secchi di cemento. Niente elmetti e cazzuole. Eppure, ieri mattina in Broletto, il sindaco di Montichiari Gianantonio Rosa e il presidente del Brescia calcio Gino Corioni hanno davvero posato una prima pietra: la prima di un lungo iter politico-amministrativo che dovrebbe portare, tempo un anno e mezzo o poco più, all’inaugurazione del nuovo stadio di Brescia. Ormai non ci sono più dubbi: il Rigamonti-bis, se nascerà, nascerà alla Fascia d’Oro, su un’area da 200mila metri quadrati a est dell’area della ex Vulcania, a nord della Statale Goitese, di rimpetto alla sede dell’ex sponsor del Brescia Calcio, la Ristora. Ieri alla presenza del presidente della Provincia Alberto Cavalli (gran tessitore dell’intesa) e degli assessori provinciali Bettinsoli (Territorio) e Sala (Sport), Rosa e Corioni hanno sottoscritto un documento che va sotto il titolo di “Accordo di intenti per la realizzazione del nuovo stadio di calcio”. Il lavorìo tecnico fra gli uffici comunali, quelli provinciali e i tecnici del Brescia calcio, in realtà, è molto avanzato, e la Conferenza dei servizi che dovrebbe dare il via libera al maxi-intervento potrebbe persino riunirsi già entro l’anno. Ieri però i protagonisti dell’avventura-stadio hanno preferito tenersi sulle generali. La firma dell’«accordo di intenti», tuttavia, ha una sua indubbia rilevanza e una sua solennità. Dice infatti che non si torna più indietro, e che municipio monteclarense e Brescia calcio sono ormai solidali nell’impegno a realizzare lo stadio. E alla svelta. La premessa del documento (cinque pagine fitte di testo) ricorda che, al giorno d’oggi, gli stadi possono permettersi di costruirli solo i privati. E lo possono fare se, accanto allo stadio, possono realizzare strutture per il tempo libero assai più remunerative. A seguire viene perciò la clausola che più interessa ai due contraenti: il Brescia di Corioni si impegna a realizzare uno stadio da 30mila posti nonchè «spazi a destinazione ludico, ricreativa, direzionale, recettiva e produttiva». Da parte sua il municipio di Montichiari si assicura che da questo corredo siano esclusi «punti di vendita individuabili in piccole e/o medio-grandi e/o grandi strutture di vendita di tipo alimentare, salvo il caso di trasferimenti, previo assenso dell’amministrazione comunale di Montichiari, da altre aree del territorio comunale, di siffatti esercizi e punti vendita». Insomma: il Brescia calcio potrà realizzare strutture redditizie (oltre a ristoranti e negozi sportivi si parla di una multisala cinematografica da 11 schermi, di palestre e negozi sportivi, forse di uno show-room per diverse concessionarie d’auto) ma non scardinare gli equilibri commerciali di Montichiari. In più, dovrà accollarsi la parte prevalente del costo di «infrastrutture viarie di importanza comunale o provinciale definite ed individuate dalle amministrazioni competenti». Il Comune da parte sua si impegna a individuare e attuare «gli strumenti di semplificazione e di concertazione amministrativa vigenti». La strada della conferenza dei servizi pare, a questo punto, obbligata. Ma passiamo ai commenti dei protagonisti. Il sindaco Gianantonio Rosa, con prudenza e circospezione, parla di «primo passo di un percorso ancora lungo». Il traguardo è però delineato: «Un nuovo stadio da 25-30mila posti per Brescia. I tempi? La parte realizzativa è breve, ma è quella burocratica a richiedere mesi, forse un anno». Rosa azzarda anche un sogno: che pure il Montichiari calcio possa giocare nel nuovo stadio, e che il Brescia scelga il nuovo centro sportivo che Montichiari si accinge a realizzare (tre campi nei pressi del Palageorge) per l’allenamento delle sue giovanili. Gino Corioni, da parte sua, sprizza un ottimismo contagioso: «Sono venuto a Brescia per dotare la città di una squadra che rimanga stabilmente in serie A. L’ho detto fin dal primo giorno che un nuovo stadio è il fuoriclasse più importante che può avere. Oggi, invece, abbiamo lo stadio di gran lunga peggiore della Serie A». Il passo compiuto ieri è irreversibile e Corioni lo ripete: «Sono fiducioso per la serietà dell’Amministrazione di Montichiari e dell’Amministrazione provinciale. Certo, con la firma di oggi siamo tutti compromessi». Dissidi con la città? Neanche parlarne. Corioni spiega: «Il Comune di Brescia può essere contento di questa scelta che risolve un problema trentennale. So che Corsini ne è contento, anche perchè è la soluzione più logica per la città». Quanto ai tempi, Corioni spera di poter disputare sul nuovo campo il torneo 2003-2004. Ma c’è chi culla la speranza di poter debuttare già a inizio 2003. Infine il presidente del Broletto, Alberto Cavalli, regista discreto ma determinante dell’operazione-stadio. Il suo auspicio è che «lo Stadio non sia usato una sola volta alla settimana, ma diventi il fulcro di una città dello sport che attiri sportivi e famiglie per tutta la settimana, per tutto l’anno». Alla Provincia compete, in questa parte, «la pianificazione urbanistica di contorno», avendo un occhio di riguardo «alla viabilità che va potenziata» e «al coinvolgimento della Regione e degli altri Comuni interessati». E l’esodo dello stadio dal capoluogo? «Giova anche alla città. Questa collocazione è sicuramente la migliore». Il caso-Brescia, una volta di più, promette di imporsi a livello nazionale: «Tante città – conclude Corioni – aspettano di vedere come funziona questo modo di costruire lo stadio. E sono pronte a copiarci, se la nostra formula funzionerà».

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