Il livello del lago e la sua regolamentazione è il tema dell’incontro di oggi alle 10, a cui la Comunità del Garda ha invitato nella sua sede di Villa Mirabella a Gardone Riviera tutti gli enti interessati. Il caso torna in duscussione a poche settimane dalla riunione promossa a Verona dall’assessore provinciale all’ambiente, Luca Coletto. Quanta acqua far defluire dal Garda verso la Lombardia? Le esigenze contrapposte sono quelle dell’irrigazioen agricola e quella di garantire la navigabilità del Garda. Le regole in vigore hanno 60 anni e sono state più volte modificate. La riunione di Verona avrebbe indicato livelli massimi e minimi per il lago per consentire anche al depuratore di lavorare bene e per non causare quei problemi ambientali che si determinano quando l’acqua è troppo bassa. A Gardone sono stati invitati i sindaci rivieraschi, i presidenti delle Province di Verona, Brescia, Mantova e Trento, quelli delle Camere di commercio, l’Agenzia interregionale per il Po (Aipo), rappresentanti di albergatori e altri enti ancora. Terrà una relazione Luigi Mille, dirigente dell’Aipo.Un allarme è stato lanciato poche settimane fa nell’Alto Garda dal sindaco di Brenzone, Giacomo Simonelli, che ha chiesto di abbassare i livelli del lago, visti i danni che le acque, sospinte dal forte vento che soffia a Brenzone, hanno già creato a spiagge, argini, frangiflutti e alle condotte del collettore fognario.Dalla Comunità del Garda, il segretario Pierlucio Ceresa anticipa le proposte del presidente Aventino Frau. Otto i punti principali, alcuni dei quali già affrontati in Provincia a Verona: «Revisione dei livelli minimo e massimo e riduzione del limite di erogazione media giornaliera; codificazione del principio di proporzionalità: gli apporti a monte del lago devono supportare le esigenze idriche nei periodi di magra, e le erogazioni devono essere proporzionate alle disponibilità; razionalizzazione dei sistemi d’irrigazione; regolamentazione dei rilasci d’acqua dai bacini idroelettrici a monte del Garda; riordino delle utenze irrigue; limitazione dell’apertura dello scolmatore Adige- Garda ai casi di assoluta necessità per piene straordinarie; interventi di canalizzazione dell’acqua del fiume Adige nel Mincio e nel sistema irriguo senza passare attraverso il lago, e revisione delle colture agricole con privilegio per quelle che hanno bisogno di meno acqua».
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Alla Comunità del Garda invitati sindaci e tutti gli enti