Erano 2200 due anni fa, sono 376 adesso (dati aggiornati al 30 settembre), e quando si chiuderà l’emergenza (il commissario Massimo Buscemi ha annunciato che i termini, in scadenza al 30 novembre, saranno prorogati di sei mesi) forse saranno la metà. Ma ci saranno: le crepe provocate dal terremoto del 24 novembre 2004 hanno causato disagi, forse infiniti, per molte persone, ancora fuori di casa dopo 24 mesi e senza la certezza di potervi fare ritorno.GLI INTERVENTI. E tutto questo nonostante una macchina organizzativa che in questi mesi ha fatto in pieno il proprio dovere, grazie all’intenso lavoro di sindaci, amministratori, tecnici e cittadini coordinati dalla sede territoriale della Regione di Brescia. Garda e Valsabbia ultimamente hanno visto sorgere numerosissimi cantieri, e al 15 ottobre sono stati erogati in tutto 38,5 milioni di euro, tra i quali la parte principale riguarda gli interventi su edifici privati (22,2 milioni) e quelli privati (6,7 milioni). Sono 1267 i beneficiari dei contributi, per 1673 liquidazioni: 790 per il saldo (cui vanno aggiunte 56 famiglie che si erano arrangiate soltanto con l’autonoma sistemazione), 128 al secondo acconto (70%), 755 al primo del 40%. Per quanto riguarda le opere pubbliche (priorità 1) sono arrivate 109 schede di segnalazione danni, 84 progetti (tutti istruiti) di cui 68 con parere favorevole. 59 invece le segnalazioni per le priorità 1 di edifici ecclesiastici, 56 i progetti presentati e 53 istruiti, con 39 pareri favorevoli. In questa categoria, per ciò che concerne le priorità 2, sono ben 254 le segnalazioni arrivate; in tutto però, per ora, meno di venti i cantieri aperti, anche perchè in questo caso l’istruttoria, che deve passare anche l’esame della Sovrintendenza, è maggiormente lunga. Ai Comuni non dovrebbero più pervenire richieste: dunque entro la fine dell’anno, si augura il direttore della sede bresciana della Regione Silvio Lauro, tutte le pratiche saranno istruite. Da ricordare che i lavori vanno effettuati entro 24 mesi dall’approvazione del progetto. Infine, i controlli (amministrativi e sui cantieri): un centinaio quelli effettuati, senza che venissero riscontrati grossi problemi. Buscemi e Lauro e Buscemi hanno comunque insistito affinchè i Comuni vigilino sempre e facciano attenzione: «Va segnalato tempestivamente ogni qual volta una situazione da provvisoria diventa definitiva». 13 i Comuni (erano 65) che lamentano ancora persone fuori di casa. LA NUOVA ORDINANZA. La settimana prossima, ha poi detto poi Massimo Buscemi, una nuova ordinanza darà il via libera ai contributi per le priorità 2 e 3: questo, è stato sottolineato, è indicativo anche della certezza dei fondi, dal momento che fino ad ora si erano finanziate soltanto le priorità 1. Saranno anche pubblicati i beneficiari dei contributi, e l’approvazione degli esiti dei controlli. Buscemi ha inoltre detto che scriverà al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta affinchè «non ricadano su di noi gli oneri del mutuo da 30 milioni di euro in 15 anni acceso per l’emergenza e confermato dalla Finanziaria», consegnando poi lo scritto ai Parlamentari bresciani perchè si mobilitino in questa direzione. IL FUTURO. Situazione quasi risolta per tanti dunque, ma per 376 il futuro è sempre quantomai incerto. Sono le famiglie messe peggio, e probabilmente molti non rientreranno nelle loro case. «A loro penseremo singolarmente: se avanzeranno dei fondi li distribuiremo a chi ne avrà più necessità», ha detto ancora il commissario, sollecitando i sindaci a segnalare già da ora le situazioni maggiormente critiche. Che già si conoscono, come sottolineato dal sindaco di Vobarno Carlo Panzera e dalla portavoce del Comitato per i cittadini Daniela Manenti: «Ci sono delle situazioni, per quanto riguarda le famiglie più indigenti e per chi si trovava in affitto in un appartamento che il proprietario non intende sistemare o che comunque in futuro costerà di più, che sono veramente a rischio. Queste persone, in ogni caso, al termine dell’emergenza si troveranno in difficoltà per la mancanza del sussidio dell’autonoma sistemazione: è a loro che si deve pensare. Sappiamo che non è possibile imporre ai proprietari di sistemare le case, e nemmeno che lo Stato conceda contributi all’infinito, ma anche i proprietari dovrebbero pensare a questa cosa, anche perchè in alcuni comuni ci sono edifici pericolanti e inagibili che sono davvero pericolosi». Nessuna celebrazione, infine, è prevista per il secondo «compleanno» del sisma, una linea sobria sposata da tutti: «Meglio sarà aspettare che tutti, ci auguriamo, ritornino nelle proprie case – ha detto il commissario Buscemi – soltanto allora ci sarà una reale occasione per festeggiare».
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Ieri il commissario delegato al sisma Massimo Buscemi ha annunciato che lo stato di emergenza sarà prorogato fino al 31 maggio. Dalla prossima settimana via ai contributi anche per gli edifici non prioritari