giovedì, Novembre 21, 2024
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Un’organizzazione collaudata da 17 edizioni di una manifestazione partita come esperimento e promozione di uno sport nuovo, andata via via ingrossandosi tanto da assumere di anno in anno numeri da record nazionale.

Oltre mille i triathleti presenti

All’incirca 450 le persone che ieri, sguinzagliate sul percorso, hanno diretto, controllato e assicurato sicurezza ai più di mille concorrenti della gara internazionale di triathlon annualmente presente sul Garda dal 1984. Il servizio è stato garantito da volontari che animano a Bardolino i vari gruppi sportivi e le associazioni sociali; ognuno aveva un incarico preciso, un’organizzazione collaudata da 17 edizioni di una manifestazione partita come esperimento e promozione di uno sport nuovo, andata via via ingrossandosi tanto da assumere di anno in anno numeri da record nazionale. L’appuntamento di Bardolino è sempre più ambito dai triathleti non solo per il monte premi (30 milioni) ma anche per «il fascino del lago, la dolcezza delle colline e dei suoi vigneti», per dirla con l’assessore al turismo Stefano Tagliaferri. Una gara che è vetrina e avanguardia per le nuove tecnologie che accompagnano ogni specialità sportiva e in particolare il triathlon, arrivato all’appuntamento con le Olimpiadi. Ma anche una manifestazione, quella lacustre, che presenta non pochi problemi, da quelli organizzativi e più in specifico legati all’incolumità dei partecipanti al momento che si tuffano in acqua e quando inforcano la bicicletta, per gareggiare su 40 chilometri di strada aperta a un traffico intenso nei fine settimana. La fase podistica è forse la più impegnativa in quanto, dopo più di un’ora e mezza di gara, la fatica e il caldo provocano crampi e stanchezza tra gli atleti meno preparati, che devono essere soccorsi. È successo anche ieri con i volontari della Croce rossa intervenuti per più d’una chiamata. Ma in fatto di allestimento e prevenzione il trofeo di Bardolino è sempre risultato all’altezza, con un percorso in acqua tra i più sicuri. «Ce lo invidiano molte società del settore», dice il direttore di gara Dante Armanini, «e questa volta è risultato perfetto sotto ogni punto di vista, data l’esperienza del Centro nautico». Mario Becchelli, l’addetto ai collegamenti radio, un teste d’eccezione per aver seguito tutte le edizioni del triathlon bardolinese, ricorda la prima edizione nel 1984: «Dopo la corsa podistica svoltasi in città a Verona e l’arrivo in bici a Bardolino una volta entrati in acqua», rammenta Bacchelli, «pochi riuscirono a portare a termine la corsa. Gli altri vennero recuperati nel lago dal servizio d’emergenza a causa di congestioni e crampi». Dopo quell’esperienza, che portò a invertire le frazioni (nuoto-bicicletta e podistica) il momento critico della gara è sempre stata la frazione ciclistica, con l’attraversamento della strada Gardesana, anche ieri supertrafficata per il ponte turistico. Hanno svolto il servizio d’ordine l’unione ciclistica bardolinese e il gruppo sportivo Valgatara, consentendo, in coordinamento con i vigili urbani e le forze dell’ordine, di limitare i tempi dei blocchi stradali. Non sono mancate comunque le proteste degli automobilisti per le soste obbligate sotto il sole. Tra le novità della gara, risultata sfavorevole agli atleti azzurri (Fabrizio Ferrarese, campione tricolore in carica, si è ritirato, come Silvia Riccò che si aggiudicò l’edizione 1996) il maxischermo per seguire in diretta gli atleti. «Un esperimento che ha funzionato solo in parte», ammette l’assessore allo sport Gino Viola, «e da migliorare per il futuro». Alvaro Joppi

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