Giancarlo Samuelli abita a pochi chilometri da Gargnano e commercia in gas e kerosene, all’ingrosso e al dettaglio. La «sua» zona si allarga fino alle Giudicarie trentine: Concei, Bezzecca e dintorni. Per arrivarvi, fino a un mese fa, utilizzava la Gardesana e risaliva la Valle di Ledro. Tempo di percorrenza: un’ora o giù di lì. Nei giorni scorsi, per servire i clienti, ha dovuto cercare alternative, a causa della chiusura della statale a sud di Riva. Sul traghetto non lo hanno fatto salire, poiché trasporta materiali infiammabili. Armato di pazienza, ha girato il muso del camion verso Salò, quindi ha proseguito per Idro e la Valsabbia, Storo e la Valle di Ledro. Tempo di percorrenza? Poco meno di tre ore. Il tragitto che il commerciante gardesano si è trovato ad affrontare potrebbe divenire abituale, per lui e per altre centinaia di automezzi, leggeri e pesanti. E non per un periodo di breve durata. Se verranno confermate le previsioni della Provincia di Trento, la Gardesana tornerà – infatti – transitabile solo nell’estate del 2002. Analogo problema (a rovescio) andrà a moltiplicarsi centinaia di volte, tante quanti sono i negozi, i bar e gli alberghi bresciani che si forniscono di merce in Trentino: giro del lago o della Valsabbia, mentre i mezzi più piccoli potranno utilizzare il traghetto da Riva a Limone. Questo scenario, che va nuovamente a delinearsi sull’alto Garda, ha già avuto un severo collaudo nel ’99: a seguito della frana caduta dalla Rocchetta in febbraio, i collegamenti tra bresciano e Trentino vennero interrotti per alcuni mesi. Allora emerse la volontà di sanare in fretta una situazione rischiosa, e lo si voleva fare (come poi accadde) in modo da affrontare la stagione turistica mantenendosi all’altezza della tradizione limonese e gardesana. In questa occasione, invece, pareva aleggiare – fino a ieri – un po’ di incertezza, dovuta forse all’effetto sorpresa e al particolare momento, le feste, in cui il problema si è riproposto. Dopo essersi ripresi dalla botta a caldo, sull’alto lago si stanno organizzando. Potrebbe trattarsi, comunque, di una vicenda non breve. Come nell’inverno 1999, anche i prossimi mesi vedranno frotte di studenti delle scuole medie e superiori attendere il battello di buon mattino, per portarsi a Riva e per fare ritorno nel primo pomeriggio. Un mezzo di trasporto, il battello, solitamente utilizzato per gite scolastiche o viaggi, tornerà quindi a trasformarsi nell’unico mezzo di locomozione per i ragazzi limonesi (e di Tremosine) che si recano nelle scuole del basso Trentino, oltre che per gli adulti che, nella piana tra Riva e Arco, lavorano in fabbriche, scuole e uffici. E si riproporrà anche il problema dell’assistenza sanitaria e dei ricoveri. A Limone è efficiente un servizio di volontariato, che fa capo alla Croce Bianca. Ma, in caso di emergenza, non sarà la stessa cosa, per un’ambulanza, coprire i nove chilometri che dividono la cittadina bresciana dagli ospedali trentini e, invece, raggiungere Salò (33 chilometri), o Gavardo (41) o addirittura Brescia (63). Ma tutti si sono resi conto che sarebbe errato pensare che il blocco della statale per un paio di anni, o poco meno, possa creare disagi solo a Limone. In attesa della realizzazione del nuovo tunnel da parte della Provincia di Trento nel ventre del monte Rocchetta – 1250 metri di galleria e 75 miliardi di spesa -, l’intera Gardesana occidentale e i paesi che vi si affacciano potrebbero accusare un colpo dalle conseguenze gravissime. Amministratori e operatori turistici si stanno muovendo, cercando di correre al più presto ai ripari. La Navigarda che organizza sedici servizi di traghetto al giorno attende indicazioni dai comuni per eventualmente potenziare il trasporto via lago.
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Crescono i disagi per la popolazione dell’alto lago
Ore per aggirare la frana Non resta che il traghett
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