L’Università di Trento ha condotto uno studio che conferma quanto sostenuto dal presidente della Azienda gardesana servizi di Peschiera, Angelo Cresco: i detriti presenti nel Lago di Garda provengono principalmente dal fiume Sarca e non dalla galleria di Torbole.
Lo studio, condotto dal professor Sebastiano Piccolroaz del dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’Università di Trento, si basa sui dati raccolti durante la tempesta Ciaràn che ha colpito l’alto Garda tra il 30 ottobre e il 4 novembre 2023.
Secondo il docente, l’apertura della galleria Adige-Garda ha scatenato una discussione intensa sul trasporto dei detriti legnosi e dell’acqua torbida nel lago. Tuttavia, è importante chiarire che i detriti legnosi non provengono dalla galleria stessa. La struttura è dotata di una griglia all’ingresso e funziona attraverso quattro paratoie con luce a battente. I detriti legnosi provengono principalmente dai tributari del lago, in particolare dal fiume Sarca.
Durante la tempesta Ciaràn, il fiume Sarca ha riversato nel lago circa 37 milioni di metri cubi d’acqua, rispetto ai circa 3,6 milioni immessi dalla galleria nelle sette ore di attivazione. Quindi, il volume d’acqua immesso attraverso la galleria rappresentava solo il 10% del contributo del Sarca.
Questo studio conferma le dichiarazioni di Angelo Cresco, che si chiede perché il Trentino non depuri meglio le acque dell’Adige per evitare i problemi e gli inquinanti che finiscono nel Garda. Cresco sottolinea anche l’importanza di un confronto tra Trentino, Veneto e Lombardia per affrontare i problemi del lago, considerando che le acque del Garda sono condivise da tutti i territori circostanti.
È importante sottolineare che lo studio si basa esclusivamente sui dati raccolti dall’Università di Trento e conferma quanto già affermato dal presidente della Azienda gardesana servizi di Peschiera.