mercoledì, Dicembre 18, 2024
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L’associazione contraria alla vendita dell’edificio per finanziare un polo riabilitativo. Domenica volantinaggio nelle piazze degli «Amici del Golfo»

«Ospedale, non ce lo porteranno via»

Il «Comitato per l’ospedale nuovo», guidato da Aurelio Nastuzzo, ex assessore socialdemocratico del Comune di Salò, fa sentire la sua voce dopo l’intervento dell’assessore regionale alla sanità Alessandro Cè, che ha dichiarato di voler ampliare Gavardo, cancellando l’ipotesi di una nuova struttura per acuti a Roè Volciano. «Ancora una volta – spiega Nastuzzo, presidente degli «Amici del golfo», che si sono battuti fino a ottenere la realizzazione della passeggiata a lago – il nostro territorio vede svanire, con sgomento, la possibilità che venga costruito un presidio capace di garantire agli abitanti un servizio sanitario all’altezza dei tempi e delle esigenze. Trent’anni fa, in modo sciagurato, si perdette l’occasione di Roè Volciano, nonostante vi fossero il progetto, il finanziamento e le aree disponibili». «Oggi, come allora, invece di costruire una struttura moderna, si ripropone – accusa Nastuzzo – di ristrutturare il vecchio nosocomio di Gavardo, già in grave difficoltà per gli spazi ridotti e la rete stradale carente. Punto di riferimento del nostro territorio dovrebbe essere, in teoria, Desenzano, localizzato al margine estremo della zona. Ma, in caso di necessità, Brescia fornisce risposte più immediate e sicure». «Sempre più l’eliambulanza resta l’unica risposta possibile per intervenire velocemente in aiuto della popolazione che abita nelle località maggiormente disagiate. Quando sentiamo ripetere che i fondi disponibili sono insufficienti, una sorta di rabbia ci prende alla gola. Da più di trent’anni aspettiamo un ospedale nuovo, all’avanguardia, baricentrico, che permetta di esprimere al meglio le potenzialità dei medici e di tutto il personale. Ci aspettiamo che i sindaci del Garda e della Valle Sabbia non si rassegnino passivamente, ma facciano sentire con forza la loro voce». C’è poi il discorso di Salò (svuotato di tutti i reparti, ora ospita solo gli ambulatori dei medici specialisti, il centro prelievi, la radiologia e l’Avis) , dalla cui vendita si potrebbero ricavare una ventina di milioni di euro. «Giù le mani – protesta il Comitato, cui aderiscono numerosi gruppi locali, dalla Caritas al Consorzio alberghi della Riviera, dagli alpini ai pensionati, da Solidarietà alla società di calcio, dalla Robur di atletica alla Compagnia delle opere -. La Regione Lombardia vuole assestare il colpo di grazia al nostro nosocomio, mettendolo sul mercato per fare cassa. L’intento è di utilizzare parte dei fondi per costruire a Barbarano un polo riabilitativo. La vendita potrebbe avere una giustificazione logica solo destinando i quattrini (ricavati) alla costruzione di un presidio capace finalmente di fornire una valida, efficace e tempestiva risposta ai numerosi problemi. Se l’ospedale di Salò poteva esser considerato poco funzionale per gli acuti, le dimensioni e la collocazione (in riva al lago) lo rendono invece adatto a ospitare un centro riabilitativo di grande prestigio. Non bisogna subire passivamente queste manovre, che si svolgono sulla nostra testa. L’ospedale è stato costruito dai salodiani: è un patrimonio che non ci può venire scippato dai politicanti di turno». Domenica pomeriggio, dalle 15 alle 18, gli esponenti del Comitato distribuiranno volantini nelle piazze.

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