«Una riunione operativa per cercare di risolvere i problemi dell’ospedale, in attesa di espletare il bando per l’affidamento della partnership gestionale della struttura». Con queste parole l’assessore regionale alle politiche sanitarie, il veronese Flavio Tosi, ha commentato a la riunione ristretta avvenuta a Garda pochi giorni fa alla presenza dei sindaci di Malcesine, Giuseppe Lombardi, Brenzone, Giacomo Simonelli e del consigliere delegato di Torri, Fabio Raguzzi, nonché dei medici ospedalieri e del presidente dell’associazione disabili motori, Roberto Bassi. Ad accompagnare Tosi anche il direttore generale della Ulss 22, Renato Piccoli, e il direttore sanitario, Ennio Cardone. Bassi aveva inviato pochi giorni prima una lettera aperta a Tosi e a Piccoli mettendo sul tappeto i problemi dell’unico ospedale pubblico della sponda veronese del lago. La lettera era sottoscritta anche dai sindaci di Malcesine, Brenzone e Torri, oltre che dai medici di Malcesine. «Abbiamo chiesto un incontro», spiega Bassi, «per far fronte alle carenze di organico che stanno penalizzando la struttura di Malcesine». Mancano all’appello almeno cinque infermieri, due fisioterapisti e un medico per la riabilitazione ortopedica dato che, da settembre 2005, non è stata sostituita la dottoressa che si è trasferita a Bussolengo. In modo particolare, i sindaci hanno chiesto che venga potenziata l’ortopedia, oltre al punto di primo intervento e all’aumento di personale sanitario. «Non possiamo permetterci di consegnare uno scatolone vuoto al posto di un ospedale e, soprattutto, non possiamo permetterci adesso di avere una struttura che non fronteggi le esigenze sanitarie dei nostri cittadini», affermano i sindaci. Aggiunge Simonelli: «Siamo soddisfatti delle risposte ottenute dalla Regione». «Per quanto riguarda gli infermieri», dice infatti Tosi, «non abbiamo posto blocchi, data la carenza cronica che c’è in tutto il Veneto. Se si riescono a trovare persone che vogliano lavorare a Malcesine, daremo tutto l’appoggio possibile. È nostro assoluto interesse che si riesca a dare risposte adeguate alle necessità della popolazione». Non è tutto. I sindaci, i medici e i disabili hanno concordato con l’assessore che, una volta espletato il bando di gestione, si potrà riconsiderare anche quanto previsto per i letti di ortopedia. Troppo pochi infatti sarebbero i posti (solo 5 di one day surgery e 5 di day hospital ortopedici) per garantire un volume di attività operatoria congruo a fare rimanere in piedi la divisione di ortopedia. Ancor di più se arriverà il centro nazionale di riferimento per lo studio e la cura degli esiti della poliomielite, come era stato chiesto all’allora ministro della salute, Francesco Storace. «Per il centro nazionale», riprende Tosi, «riconfermo la volontà di ottenerlo. Spingeremo sul ministero della salute anche in sede di Conferenza Stato- Regioni, oltre che come Regione Veneto». Una notizia appresa con viva soddisfazione da Roberto Bassi. Da ultima, ma non in ordine di importanza, una inattesa, ulteriore apertura, rivolta ai sindaci dell’alto lago. «Tosi», ha rivelato Simonelli a riunione conclusa, «ha proposto che un rappresentante dei sindaci faccia parte non solo del consiglio di amministrazione della società che gestirà l’ospedale, come già aveva promesso, ma anche della commissione che valuterà, dopo l’estate, i progetti di gestione che verranno presentati dalle sette ditte in gara. Partecipare a queste operazioni per noi può essere una grande garanzia che il progetto scelto per la gestione vada incontro alle reali esigenze del territorio».
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Riunione con i sindaci in attesa della gara. Venezia si impegna a non sguarnire ulteriormente la struttura