lunedì, Dicembre 23, 2024
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Dopo un controverso incarico assegnato a Manerbio-Leno, l’Azienda ospedaliera di Desenzano ha fissato un «decalogo» per i responsabili dei presidi. Dirigenti avvisati: dovranno valutare il rapporto costi-benefici e risponderanno per eventuali contenziosi

Ospedali, guerra alle promozioni «facili»

I responsabili dei presidi sanitari di Manerbio-Leno, Lonato, Gavardo-Salò e Desenzano sono avvertiti. Basta con le «promozioni» facili e i mega incarichi professionali che incidono sul bilancio dell’azienda senza che l’efficacia e l’efficienza dei servizi sanitari ne tragga un reale beneficio. L’azienda ospedaliera di Desenzano ha dichiarato guerra agli sprechi finanziari nei piani «alti» della pianta organica. Un’opera di «moralizzazione» e trasparenza che tutela indirettamente anche gli utenti. Da oggi i dirigenti dei presidi che conferiscono incarichi e nuove attribuzioni dovranno valutare attentamente costi-benefici, in quanto se la decisione si rivelasse un’operazione di mera immagine magari inutile o addirittura controproducente per il nosocomio risponderanno personalmente del sur-plus di compensi erogati dall’azienda. Non solo. I vertici dei singoli ospedali saranno ritenuti responsabili di eventuali contenziosi aperti davanti a un giudice da parte di dipendenti che hanno svolto mansioni superiori alla propria qualifica. La campagna di responsabilizzazione degli alti dirigenti, che prende spunto fra l’altro da un Decreto legge del 2001, è scattata pochi giorni dopo la controversa scelta dei vertici di Manerbio di nominare un super-visore delle attività ambulatoriali. La scelta del direttore Michele Corsetti è caduta sull’ex sindaco di Manerbio e attuale consigliere di maggioranza Dialma Cantaboni, che torna nell’organico della struttura dopo 9 anni trascorsi alla guida dell’amministrazione civica. La nuova figura, che gerarchicamente risponderà soltanto al direttore di presidio, «avrà – si legge nella lettera di nomina composta da tre pagine -, compiti di coordinamento delle attività ambulatoriali di presidio, con particolare riferimento alla gestione del personale amministrativo delle postazioni di front-office», ovvero degli sportelli aperti al pubblico. «La nuova figura sarà – precisa la nota di Corsetti -, lo strumento operativo per organizzare, controllare e verificare le attività ambulatoriali a Leno e Manerbio, sia sotto il profilo organizzativo, sia nei rapporti con l’utenza ma anche per raccogliere e analizzare le informazioni necessarie al buon andamento dei servizi». Complessivamente si interfacceranno con il nuovo funzionario dodici servizi del presidio: dall’accettazione all’emodialisi passando per poliambulatori, punti prelievo ematici, fisioterapia, radiologia, endoscopia digestiva, pronto soccorso, centro diabetologico e trasfusionale. Il direttore di presidio ha affidato all’ex sindaco di Manerbio un ampio pacchetto di funzioni sintetizzato in due pagine. Ma nonostante Corsetti abbia chiarito che «la figura non sostituirà i rispettivi responsabili di area ma si affiancherà a loro», la scelta ha creato un certo dibattito fra i «quadri» del nosocomio e i sindacati autonomi, che hanno fatto riferimento proprio alla circolare interna firmata pochi giorni dopo l’istituzione del supervisore degli ambulatori di Manerbio-Leno, dal direttore generale dell’azienda gardesana Mauro Borelli. Un documento che sottolinea come «i massimi dirigenti dei singoli ospedali sono responsabili dei trattamenti economici accessori». Tre sostanzialmente, secondo il parere dei vertici dell’azienda gardesana, le direttive da seguire per razionalizzare, rendere incisive e sindacalmente corrette le attribuzioni di mansioni superiori e incarichi con trattamenti economici accessori, ovvero voci che rendono più sostanziosa la busta paga dei dipendenti: «…valutare attentamente la decisione, attenersi alle normative e alle procedure fissate dai contratti nazionali e aziendali ma soprattutto stendere mansionari che rispettino le gerarchie, le qualifiche e le competenze dei singoli dipendenti». Una filosofia quella chiesta con forza dal direttore generale, a volte trascurata nel sistema pubblico; se si considera l’escalation di vertenze nel settore sanitario legate allo svolgimento di mansioni superiori alla qualifica aperte davanti ai giudici amministrativi o ordinari. La direzione aziendale di Desenzano rimarca inoltre che «in caso di mancata preventiva della direzione centrale al rilascio dell’incarico, il dirigente potrebbe essere chiamato a rispondere di eventuali esborsi dovuti a sentenze sfavorevoli».

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