Le emergenze dell’estate evidenziano ulteriormente le carenze dell’assistenza sanitaria nella Riviera di Salò. Il tema è particolarmente sentito dai sindaci del territorio che devono affrontare le richieste dei cittadini. Dopo gli interventi in difesa del Santa Corona di Fasano dei sindaci di Salò e di Gardone Riviera, sull’argomento interviene anche il primo cittadino di Toscolano Maderno, Paolo Elena, che rilancia l’esigenza di aprire una struttura di primo soccorso.«Penso che l’opportunità di avere struttura ospedaliera efficiente nella nostra Riviera sia ormai una partita persa – spiega Elena -, caduta la possibilità di crearne una nuova a Roé Volciano o nell’area di Cunettone Dobbiamo, tuttavia, impegnarci per risolvere il problema: Ritengo sia indispensabile venga attivato un pronto soccorso in grado di affrontare le prime emergenze, e non solo nella stagione estiva, quando la popolazione cresce a dismisura grazie al turismo».In quale località potrebbe essere realizzata tale struttura? «Considerando l’intero bacino che fa capo all’ospedale di Gavardo, mi sembrerebbe logica l’apertura di un pronto soccorso a Gargnano, al quale potrebbero far capo anche gli abitanti dell’alto lago e della Valvestino. Un altro centro di primo intervento dovrebbe essere istituito a Vestone per le comunità dell’alta valle. Naturalmente possono essere individuate altre località: si tratta di studiare a fondo il problema con i responsabili della sanità e con gli amministratori pubblici. Non va, inoltre, dimenticata la necessità di creare piazzole per gli elicotteri in punti strategici per trasportare rapidamente i pazienti nelle strutture ospedaliere maggiormente attrezzate».E quanto rimane a Salò del vecchio ospedale? «Non va assolutamente smantellato, ma possibilmente potenziato, soprattutto per quanto concerne i laboratori di analisi». C’è poi il problema del Santa Corona di Fasano di Gardone Riviera, che la proprietà (gli spedali civili di Brescia) sono intenzionati a vendere, trasferendo tutti i posti letto alla clinica privata Richiedei di Gussago. «La struttura era d’eccellenza – prosegue il primo cittadino – e riceveva cardiopatici da tutta Italia E’ un patrimonio che non può andare disperso, anche per la positiva ricaduta economica. Il Santa Corona dà lavoro a una quarantina di persone, una situazione occupazionale che va assolutamente tutelata, come stanno ottimamente facendo i sindacati. Inoltre va considerato l’indotto non indifferente che nella sola Fasano giustificava l’apertura di due alberghi».Possibili soluzioni Elena non ne vede, se non quella di «riportare al Santa Corona, non appena concluso il restauro, tutti i 28 posti letto attualmente trasferiti a Villa Gemma. Magari potenziando anche la struttura aumentando i posti letto».Sono circolate voci sulla possibilità di utilizzare l’edificio dell’Istituto Cremonese, che si trova sul lungolago di Maderno, restaurato da pochi anni e ancora chiuso. «Le opportunità per riaprire il centro di riabilitazione per cardiopatici sono ovviamente diverse. A quanto mi risulta l’Amministrazione provinciale di Cremona – ente proprietario dell’immobile dato in gestione alla comunità di Soresina – sta per venderlo. Va detto che sull’edificio esiste un vincolo alberghiero. Naturalmente va considerato il ventaglio che tale definizione prevede, a cominciare, ad esempio, da una casa-albergo di cui si sente sempre più la necessità. E’ un’operazione ancora aperta. Inoltre dovranno essere completati i restauri».
L’intervento del sindaco di Toscolano Maderno è in sintonia con i colleghi di Salò e Gardone. Paolo Elena contrario alla dismissione del S.Corona e di Salò, chiede nuovi centri di primo soccorso, a Gargnano e Vestone. Una alternativa a Fasano? L’istituto