lunedì, Dicembre 23, 2024
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Domani sarà presentato il libro sugli studi e sui lavori realizzati da quando nel 1998 è stato rinvenuto il primo reperto. Il progetto prevede di dedicarlo alla regina Adelaide: un tuffo nel passato

Parco archeologico sulla Rocca

Studi, scavi e ritrovamenti archeologici sulla Rocca di Garda, saranno raccontati domani dal professore Giampietro Brogiolo, docente dell’università di Padova che, in collaborazione con Nicola Mancassola e Fabio Saggioro della Sopraintendenza del Veneto, ha svolto le ricerche sulla Rocca. Brogiolo, alle 10 a Palazzo Carlotti Pincini, presenterà il libro di circa 500 pagine «Archeologia a Garda e nel suo territorio (1998-2003)» dove è descritta tutta la ricerca e i lavori che hanno portato al ritrovamento delle testimonianze archeologiche. Un evento culturale importante per le amministrazioni comunali di Garda e Bardolino che hanno sostenuto economicamente e politicamente il lavoro dei ricercatori ed hanno anche già realizzato un progetto preliminare per la realizzazione di un parco archeologico. Con il libro saranno presentati anche un video descrittivo dei lavori e dei pannelli esplicativi sia dell’archeologia della Rocca che degli aspetti culturali dei due paesi. I lavori svolti dai ricercatori fino a questa fase sono iniziati nel 1998, come racconta il vicesindaco di Garda Gian Paolo Rossi, che ha seguito da vicino le tappe della ricerca in questi anni. «In occasione dei mille anni dalla morte della Regina Adelaide (999-1999)», spiega, «la precedente amministrazione ha progettato le ricerche sul castello della Rocca, proseguite poi fino al 2005. In otto anni, gli enti che hanno partecipato alla ricerca, la Provincia di Verona e i Comuni di Garda e Bardolino, hanno finanziato 680 milioni di vecchie lire, di cui 302 la Provincia, 220 Garda e 157 Bardolino. Quindi un totale di circa 350mila euro è il costo comprensivo di ricerche, scavi, pubblicazione di un volumetto dal titolo «Garda, Bardolino e Costermano», un multimediale e la pubblicazione di questo libro che presentiamo domani, stampato in 4mila copie in italiano e 4mila in inglese, dove è raccolto il lavoro svolto». Le testimonianze archeologiche principali ritrovate sulla Rocca sono tre cinte murarie, un’area adibita ad edifici pubblici del castello, un settore abitativo, una chiesa con mosaici e un’area cimiteriale. Nella chiesa sono state trovate delle tombe con degli scheletri. Ritrovate inoltre delle monete, (tra cui anche «Tremisse Aureo» dell’imperatore Zenone) e una fibula vuota in oro e argento di forma circolare con testa d’aquila. Otto anni di lavori archeologici, dunque, al castello della Rocca dove visse la Regina Adelaide quando venne imprigionata da Berengario II. Testimonianze altomedioevali della storia gardesana e anche di Adelaide che fino a queste ricerche in molti credevano solo leggenda e che invece, più di un millennio fa, ha lasciato nel terreno pezzi di quelle radici che in seguito si sarebbero trasmesse alla cultura del territorio. I preziosi ritrovamenti archeologici ora fanno parte di un tesoro e di un’eredità che Garda e Bardolino intendo valorizzare, trasformando la Rocca in un parco archeologico. C’è già un progetto preliminare, realizzato dagli architetti Angiola Leva e Matteo Scaltritti, con un percorso di visita, che con opportune segnalazioni e apparati didattici accompagna il visitatore attraverso il sito e la comprensione dei contenuti storici e naturalistici. Il progetto di valorizzazione dell’area archeologica investe una zona di oltre 30mila metri quadrati, sulla sommità della Rocca, a 291 metri sul livello del mare e di uno scosceso versante occidentale a picco sul lago. Il progetto prevede anche l’istituzione di un percorso botanico, frutto delle ricerche condotte nel primo anno di indagini, sulle principali essenze arboree presenti sulla Rocca. La pannellistica didattica guiderà il visitatore alla scoperta delle principali caratteristiche naturalistico-ambientali, con riferimenti anche al contesto lacustre ed alla geomorfologia del territorio. Sul percorso del parco archeologico saranno realizzate delle ringhiere di protezione nei passaggi più scoscesi, per accedere alla visita delle gallerie che vennero scavate già in epoca antica e poi ampliate durante la prima guerra mondiale, per fare della rocca un caposaldo delle retrovie difensive italiane. La zona più importante del sito però, sono le testimonianze del castello, per le quali sarà necessario un attento restauro archeologico delle murature, con la pulizia delle strutture esistenti, la rimozione dei materiali di crollo e il consolidamento della cinta muraria. Per la chiesa rupestre, detta «della Regina Adelaide», il progetto prevede di renderla visitabile attraverso l’installazione di una scala di discesa all’ingresso meridionale delle gallerie, dove la zona accessibile si concluderà con una piccola piattaforma panoramica esterna, a sbalzo verso il lago.

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