mercoledì, Novembre 20, 2024
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Ieri altra giornata da incubo per tutto il traffico cittadino

Per ore prigionieri in auto

Ingorgo, caos, inferno? Difficile trovare una parola che riassuma in modo efficace quanto accaduto ieri nelle strade di Riva. Nel primo sabato agostano, il traffico cittadino – sempre sull’orlo di una crisi, anche in periodi dell’anno meno “caldi” – ha subito il classico colpo del knock-out dalla pioggia. Risultato: blocco totale delle vie d’accesso e d’uscita alla città e centro “paralizzato”.Una giornata nera, insomma, non tanto per i rivani, che purtroppo sono ormai abituati a rimanere imbottigliati del traffico, quanto per le migliaia di turisti che, già parecchio delusi dal tempo, si sono ritrovati imprigionati in auto per diverse ore, senza alcuna via di scampo. Chi solitamente usa biciclette e motorini ha evidentemente deciso di tirar fuori dal garage la macchina mentre i vacanzieri, solitamente distesi in spiaggia, hanno pensato bene di salire in auto e partire per compiere gite nel circondario. A questi fattori, che si ripresentano ogni volta che cade qualche goccia, va aggiunta la particolare collocazione nel calendario e la presenza di un cantiere stradale nel comune di Arco, i cui effetti si sono riflessi sull’intera viabilità del basso Sarca. E così, alla pioggia, si sono uniti i fulmini e le imprecazioni che uscivano in versione multilingue dagli abitacoli delle vetture. Certo, chi saliva dalla Gardesana occidentale ha potuto godere a lungo del bel panorama di Riva e del monte Brione: la colonna sull’importante arteria ha raggiunto la lunghezza di qualche chilometro e le automobili, a lungo ferme in galleria, hanno impiegato parecchio tempo prima di arrivare davanti il cartello che annuncia l’entrata a Riva. Ma i guai non terminavano certo lì. Gli automobilisti hanno potuto apprezzare la magnificenza del Numen Aquarum, solitamente ignorato, sulla facciata della centrale idroelettrica e poi su, a passo di lumaca, muovendosi quasi impercettibilmente, sono arrivati in via monte Oro e in viale Cannella. Qui, come se non bastasse, hanno dovuto fare i conti con i colleghi di sventura che, rimasti anche loro imbottigliati in viale dei Tigli o in viale Trento, cercavano di raggiungere il centro o viale Martiri, a loro volta completamente ingolfati d’auto. E sorte identica è toccata anche chi cercava di raggiungere Torbole, per poi prendere la via di Malcesine o Rovereto. Anche la loro “agonia” è durata ore. Di fronte a giornate come questa, che non sono affatto episodi sporadici, è ovvio che la gente della “Busa” sia esasperata e disillusa. Stanca di promesse, paroloni, giochetti e ripicche politiche, chiede opere efficaci, e in fretta, non chiacchiere.

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