Si apre domenica la stagione ittica che interesserà oltre 30 mila pescatori della provincia di Brescia. A disposizione avranno 26.550 ettari di superficie tra laghi e fiumi nei quali potranno trovare coregoni, trote, lucci, tinche, carpioni, e altri pesci d’acqua dolce dopo l’immissione nelle quattro aree di riferimento di 9.340 chilogrammi di semina di pesci adulti. L’impegno dell’assessorato provinciale, guidato da Alessandro Sala, si è articolato in più direzioni, occupandosi in particolare del ripopolamento di alcune specie a rischio di compromissione. Per questo l’Ufficio Pesca ha immesso, in collaborazione con la Fipsas e con altre associazioni (vedi Sebino Franciacorta) e con il coordinamento della Polizia provinciale, negli incubatoi di Desenzano e di Iseo uova di coregone, nell’ambito della campagna ittiogenica che si è svolta tra dicembre e gennaio. Nella struttura gardesana sono state conteggiate 53.360.000 larve, mentre per altre specie le cifre ne registrano 150.000 di trota fario ed un piccolo quantitativo di carpione. Passando a quello sebino (l’impianto provvisorio si trova in località Polle tra i comuni di Iseo e Cortefranca), il totale delle uova di coregone è stato di 6.500.000 e le larve stanno nascendo in questi giorni. Sala ha inoltre spiegato che la Provincia «si sta impegnando ad attuare interventi sperimentali di ripopolamento anche dell’alborella, considerando che la specie ha registrato una grave diminuzione di esemplari. In qualità di coordinatore degli assessorati provinciali alla Caccia e pesca della Regione, ho affidato al collega di Como il compito di ’reclutare’ le uova, riprodotte in quel lago. Quando saranno pronte per schiudersi, verranno trasferite in apposite cassette sulla spiaggia di Limone del Garda, già attrezzata e recintata. Ciò consentirà alle alborelle nate di crescere in un luogo protetto e controllato». Complessivamente la Provincia ha stanziato 200.000 euro per la semina. In agenda c’è anche un incubatoio in Valtrompia (spesa prevista 100.000 euro). Sala ha poi annunciato che in aprile l’incubatoio di Desenzano sarà intitolato a Franco Alberti, presidente storico deela Fipsas, mentre tra gli interventi è stato protetto un tratto del fiume Naviglio nel territorio di S. Zeno per consentire l’attività sportiva. Ma non è finita. L’assessorato ha di recente effettuato un monitoraggio del cormorano, mettendo in campo interventi dissuasivi per un ridimensionamento del loro numero (ogni volatile consuma in media 420 grammi di pesce al giorno). «Dapprima – ha spiegato Sala – è stato eseguito un censimento, poi una stima degli effettivi quantitativi e qualitativi. Nelle 6 aree delle provincia sono risultati presenti 1280 cormorani. Il numero abnorme ci costringe assolutamente ad intervenire con misure alquanto drastiche in quanto non si può tollerare sul territorio provinciale, durante l’inverno che questi uccelli prelevino tra i 700 e gli 800 quintali di pesce». La conseguenza? La riduzione notevole di alcune specie ittiche: trota marmorata, pigo, savetta, lasca, barbo comune e barbo canino. E come intervenire? Riducendo nell’anno non più del 10 per cento di quanto censito. Altra iniziativa? L’intervento di ripopolamento nel fiume Oglio, dopo la moria della fauna ittica in un tratto di 1200 metri per un inquinamento di scarichi industriali. «Chiederemo – ha concluso Sala – il risarcimento dei danni, 15 mila euro in termini di pesce».