domenica, Dicembre 22, 2024
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Quante boe per tassisti e noleggiatori? Un ricorso al Tar cambia le carte in tavola

Posti barca, norme da riscrivere

Dovrà essere riscritto quasi sicuramente il regolamento comunale per l’assegnazione dei posti barca nei due porti demaniali, approvato nel settembre scorso dall’aula consiliare di Limone. I giudici del Tar di Brescia hanno, infatti, accolto il ricorso presentato dalla ditta Peroni, che esercita servizio di noleggio e di trasporto con tre motoscafi, che si era vista privare di due dei tre ormeggi autorizzati da oltre quarant’anni dalla Regione nel porto Nuovo del paese. I giudici amministrativi hanno quindi deciso di sospendere il provvedimento, mentre più avanti emaneranno la sentenza definitiva. Ma è quasi scontato che anche la sentenza confermerà questo primo verdetto. I cui effetti potrebbero determinare una reazione a catena in quanto altri Comuni rivieraschi – e tra questi Padenghe – hanno adottato regolamenti nei quali è stato deciso di assegnare un solo posto barca a tassisti e noleggiatori. Un principio che era apparso quasi subito in odore di illegittimità perchè la Regione, nella normativa di trasferimento delle funzioni in materia di navigazione e di porti ai Comuni, non aveva mai accennato a questa possibilità: cioè di tagliare posti barca ai noleggiatori e di riservarne appena uno nel porto. Cos’era successo, nel caso specifico, a Luca Peroni, figlio di Romolo Peroni noleggiatore dagli anni ’70 a Limone, attualmente titolare della società «Garda Escursioni», la stessa coinvolta nella sciagura del naufragio in cui morirono tre turisti inglesi il 12 agosto ’98? Che nella domanda inoltrata lo scorso autunno aveva chiesto la concessione di tre posti, tanti quanti sono i motoscafi impiegati nel trasporto di persone, ma dal Comune aveva ottenuto un diniego: o meglio un solo posto. Per gli altri due natanti, tra l’altro di notevoli dimensioni, si sarebbe dovuto arrangiare troivando chissà dove il posto barca, tenuto conto che a Limone non esistono altre darsene. Nel suo ricorso l’avvocato Alberto Luppi, che ha difeso gli interessi dei Peroni, ha sostenuto che, malgrado il regolamento lo prevedesse, «non è stata accolta la presenza di un rappresentante dei noleggiatori di taxi», mentre lo stesso provvedimento non ha recepito la normativa regionale che stabiliva la priorità, nella stesura della graduatoria finale degli assegnatari, appunto ai taxisti indipendentemente da quante imbarcazioni avessero in servizio. Inoltre, per i Peroni sarebbe stato un «gravissimo danno economico» dover rinunciare all’ormeggio e al noleggio di due motoscafi, per i quali «sono stati investiti 1 miliardo e 300 milioni e l’assunzione di sei dipendenti per l’espletamento del servizio». Dicevamo prima che altri Comuni hanno introdotto questo criterio. A Padenghe si è appreso che qualcuno è disposto a dare battaglia.

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