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Pozzolengo, Il saccheggio del 1848 un documento storico

“La spada della Giustizia colpisce talvolta gli innocenti, ma la spada della Storia colpisce sempre i deboli”. Così scriveva Kamal Ataturk, il padre della Turchia moderna. Pensiero tremendamente vero. Siamo abituati a leggere e apprendere la Storia dai libri, scritti da storici più o meno qualificati. Quasi sempre è raccontata in base a documenti ufficiali, molti dei quali noti. Ma c’è un’altra Storia, meno nota, mai raccontata. Si trova su appunti, lettere, e documenti sparsi che quasi mai arriva al pubblico. Magari trovi questi documenti sui mercatini della domenica. È il nostro caso.

Il documento del 27 luglio 1848 con il quale la Deputazione comunale di Pozzolengo sotto gli Austriaci, accampati in loco, intimavano una requisizione di provviste a Desenzano Pozzolengo 27 luglio 1848.

Ultimo giorno della battaglia di Custoza, durante la prima guerra di indipendenza italiana tra le truppe del Regno di Sardegna, guidate da Carlo Alberto di Savoia, e quelle dell’impero austriaco guidate dal generale Joseph Radetzky. I combattimenti ebbero inizio il 22 luglio, ma già il giorno 25 la battaglia era persa. La battaglia continuò per altri due giorni, e il mattino del 27 quando gli austriaci contrattaccarono i piemontesi la sconfitta era evidente.

A Pozzolengo, nello stesso giorno, è accampato un buon numero di soldati austriaci. Di buon mattino dalla Deputazione Comunale di Pozzolengo, su ordine del Generale del Corpo di Riserva Wocker, una missiva, protocollata con il numero 1381 ed etichettata “Urgentissima”, è recapitata alla Deputazione Comunale di Desenzano.

Gli ordini sono chiari. Entro le ore 3 pomeridiane “occorrerebbero in Pozzolengo…” ecc. ecc.

In verità il verbo è sbagliato. Ma come in questo caso il condizionale è fuori luogo. Infatti, dopo aver elencato la lista delle provviste, vale a dire 5000 pinte di vino, 200 Pesi di riso, 150 sacchi di biada e 30 Pesi di sale, la lettera continua affermando che: “Si previene la sunnominata amichevolmente a prestarsi a questa requisizione, comminandola in pari tempo per parte del sullodato Generale Austriaco che in mancanza di subito prestazione all’oggetto suespresso, e nel termine suespresso cioè per le 3 ore pomeridiane di quest’oggi immancabilmente verrà costretto dalla forza armata militare ai suoi comandi. P.S. Occorrerebbero inoltre 100 Pesi di Pane. Dalla Deputazione Comunale di Pozzolengo sull’ordine del Generale del Corpo di Riserva Wocker“.

La lettera è arricchita con il timbro della riproduzione dello stemma di Pozzolengo, ovvero un pozzo con tanto di secchiello appeso.

Al termine del documento ecco le firme dei Deputati di Pozzolengo e del Comandante della requisizione del Corpo di Riserva.

La Storia, quella vera, non è fatta solo di documenti preziosi e conosciuti ma anche, forse, di piccoli frammenti storici. Come, appunto questo che vi proponiamo.

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