Il verde urbano è stato al centro del convegno di oggi (sabato 11 marzo), tra le iniziative correlate alla mostra “Seduzione Repulsione – quello che le piante non dicono”, realizzata in castello a Desenzano dalla Rete degli Orti Botanici della Lombardia insieme al Comune desenzanese (Assessorati all’Ambiente e alla Cultura).
L’assessore all’Ambiente Maurizio Maffi, Nada Forbici presidente dell’Associazione florovivaisti bresciani, Luca Formentini presidente del Consorzio di tutela del vino Lugana, l’agronomo Gian Paolo Cipriani e l’on. Veronica Tentori della Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati hanno toccato vari aspetti del tema “Presente e futuro del verde nelle nostre città”.
L’evento ha affrontato da più punti di vista l’importanza della conservazione del patrimonio arboreo, partendo dal progetto locale per la tutela del territorio siglato la scorsa estate dal Consorzio Lugana in collaborazione con l’Associazione florvivaisti “Lugana per l’ambiente e l’ambiente per il Lugana”. Ovvero mai più alberi sacrificati per far spazio ai vigneti.
«Questa iniziativa – ha sottolineato il presidente del Consorzio di tutela del Lugana Luca Formentini – è un modello virtuoso, che ci auguriamo possa essere replicato a livello regionale e nazionale. Siamo promotori di una viticoltura sostenibile, che sappia bilanciare gli aspetti produttivi con la salvaguardia del territorio. Questo progetto è un esempio concreto in cui, non solo abbiamo previsto il reintegro delle alberature, ma abbiamo anche posto dei limiti molto stretti su quali tipologie di alberi reimpiantare, in modo da utilizzare solo specie autoctone. Un vino di qualità nasce da un territorio di qualità e contribuisce alla sua valorizzazione perché da essa dipende la sua credibilità».
In pratica, ogni esemplare estirpato per creare nuovi filari verrà reimpiantato a spese delle aziende vinicole su un terreno proprio o pubblico, a beneficio di tutti. Nell’autunno 2016, infatti, c’è stata la prima consegna di 140 piante al Comune di Desenzano, messe a dimora in tre parchi cittadini. E l’esperienza del Consorzio Lugana è condivisa dalla stessa amministrazione comunale che, afferma l’assessore Maurizio Maffi, «si è concretamente impegnata in un piano di rigenerazione urbana, con l’intervento di un agronomo esperto: circa 800 nuove piante autoctone sono state piantumate nel comprensorio di Desenzano, sul lungolago e in vari punti strategici della città, negli ultimi quattro anni, e con capacità di assorbimento della CO2 e delle polveri sottili. Inoltre sono stati programmati anche vari interventi di manutenzione attraverso la potatura di numerose essenze del territorio. Presso il parco del laghetto, con funzione didattica, ambientale e socio-ricreativa abbiamo piantato con i bambini della scuola dell’infanzia “il frutteto della vita”, creato gli orti sociali e incrementato il numero di alberi presenti nel parco, che è un ottimo “polmone verde” per la nostra città oltre che un luogo di incontro e di svago. L’investimento totale nel verde pubblico ha superato i 180mila euro».
L’intervento di Nada Forbici, presidente dell’Associazione florovivaisti bresciani, ha preso in considerazione le ricerche e gli studi che dimostrano l’enorme impatto che gli spazi verdi, nelle loro diverse dimensioni, esercitano sulla salute umana e il ruolo essenziale del verde in tutte le sue declinazioni: in primis, l’assorbimento delle polveri sottili e la mitigazione degli effetti indotti dai cambiamenti climatici attuali. Ne consegue, ha rimarcato la presidente, che «il verde pubblico e privato non è solo un elemento da apprezzare per il miglioramento estetico e paesaggistico che introduce nell’ambiente urbano e periurbano, ma è soprattutto un fattore di miglioramento della qualità della vita di ogni cittadino. Il verde urbano è un elemento dell’ambiente costruito in fondamentale relazione con il paesaggio. L’auspicabile diffusione del verde urbano, sia pubblico che privato, indicata anche da Agenda 21 e Carta di Aalborg, è un elemento di grande importanza ai fini del miglioramento della qualità della vita nelle città. Per questo sarebbe auspicabile che nel maggior numero possibile di comuni (e non solo in quelli di più grandi dimensioni) al piano urbanistico comunale fosse affiancato funzionalmente anche il Piano del verde urbano, un documento progettuale oggi poco utilizzato, la cui assenza produce un rilevante spreco di denaro pubblico e rende di fatto meno fruibile il verde per i cittadini».
Proprio con riferimento ai modelli culturali della sostenibilità delle aree urbane e al ruolo del verde dentro le città, ha aggiunto Forbici, «potrebbe essere significativa la riscoperta – almeno nelle aree urbane meno degradate, ma anche e soprattutto nei centri più grandi – degli orti urbani, che sono oggetto (soprattutto oltreoceano, dove si parla di “urban agricolture”) di un movimento di riscoperta di un’agricoltura “self-made pienamente in linea con gli obiettivi dell’Agenda 21».
I relatori hanno inoltre evidenziato l’importantissimo ruolo del verde dal punto di vista bioclimatico, considerato che l’evapotraspirazione prodotta dalle piante può contribuire a una sensibile mitigazione della temperatura estiva nelle aree urbane.
L’Italia, pur avendo un vastissimo patrimonio botanico urbano, e vantando una grande tradizione culturale nella realizzazione di parchi e giardini, negli ultimi decenni ha trascurato la corretta progettazione e manutenzione del verde pubblico. Questa mancanza, spesso vista solo come una emergenza da gestire solo quando si manifestava appaltandola al minor prezzo, ha originato molteplici criticità che, oggi, comportano oneri aggiuntivi nelle operazioni di manutenzione del verde, ma spesso ha reso gli alberi pericolosi. «Il verde urbano, per contro, è molto importante – ha ribadito l’agronomo Gian Paolo Cipriani – poiché rende le città più gradevoli e vivibili, crea delle zone di socializzazione e di benessere, ma, soprattutto, mitiga gli effetti dell’inquinamento atmosferico. Una progettazione e una conseguente gestione del verde urbano razionale, affidata a professionisti competenti, adeguatamente formati e adeguatamente competenti, crea i presupposti per la realizzazione di parchi, giardini, viali funzionali, in perfetto equilibrio con le abitazioni e le strade, impedisce che le piante soffrano andando incontro a parassitosi che, oltre a renderle pericolose per l’incolumità delle persone, ne limiterebbe la capacità di mitigazione dell’inquinamento atmosferico».
La conclusione, dunque, è che il verde urbano nelle nostre città non va più trattato come un accessorio o un complemento d’arredamento, ma va considerato e pianificato con attenzione in virtù di tutte le sue funzioni: ecologico-ambientale, sanitaria, protettiva, igienica, culturale e didattica, socio-ricreativa ed estetica. Questo è il futuro che il Basso Garda si sta impegnando ad anticipare e che trova perfetto riscontro nel disegno di legge nazionale per la valorizzazione e gli incentivi sul verde, presentato oggi dall’on. Veronica Tentori della Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati.
Il convegno sul verde urbano si inserisce nell’ambito della mostra itinerante “Seduzione Repulsione – quello che le piante non dicono”, ideata e realizzata dalla Rete degli Orti Botanici della Lombardia in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università degli Studi di Milano e con il contributo di Fondazione Cariplo, portata a Desenzano in questa nuova tappa grazie all’interessamento degli Assessorati all’Ambiente e alla Cultura del Comune. L’esposizione, allestita in castello fino al 2 aprile, è dedicata ai complessi meccanismi di seduzione e repulsione a fini riproduttivi e di sopravvivenza messi in atto dal mondo vegetale.
La mostra è visitabile sabato, domenica e festivi in orario 10.30 -12.30 e 15-17.30; il martedì solo la mattina dalle 10.30 alle 12.30. Per maggiori informazioni: www.comune.desenzano.brescia.it