Sembra impossibile, ma alla casa cantoniera di Limone continua a squillare il telefono. La richiesta è la solita: si può transitare sulla «Gardesana occidentale» per raggiungere Riva? Qualcuno, in automobile, si è portato fino all’ultimo comune della nostra provincia e, di fronte all’impossibilità di passare, ha anche protestato. Eppure, quotidiani e televisioni locali e nazionali hanno fatto sapere ai quattro venti che – da queste parti – un’altra frana è caduta da quasi una settimana. E non mancano i cartelli chiaramente posizionati lungo la statale 45 bis, che avvisano senza mezzi termini che la strada è interrotta tra Limone e Riva. A sottolineare l’impossibilità di transito nella parte più a settentrione della 45 bis, prima che la strada entri in territorio trentino, ci sono anche le lunghe code delle vetture e della gente che deve raggiungere l’imbarcadero di Limone e salire sui traghetti che collegano la cittadina a Riva. Ad oggi quello via lago rimane l’unico sistema per aggirare l’ostacolo-frana, a meno di ricorrere ad un lungo giro in macchina attorno al lago o all’altra possibilità: quella di risalire la Valsabbia e scendere a Riva attraverso il lago di Ledro. La Navigarda ha istituito immediatamente un servizio continuo di traghetto, che copre l’intera giornata, con due corse ogni ora. E gli affari non mancano, viste le code di questi giorni. I prezzi? Il biglietto di sola andata per una vettura con il conducente (tratto Limone-Riva) costa 13.500 lire, gli altri passeggeri pagano 5.000 lire a testa. Idem per il ritorno. Sul fronte della frana, la situazione rimane costantemente sotto controllo. Le giornate di Natale e Santo Stefano non hanno certo favorito incontri a livello amministrativo e politico (i faccia a faccia fra gli amministratori limonesi e quelli della Provincia e della Regione Lombardia ci saranno solo nei prossimi giorni) o interventi di alcun tipo, per cui si possono solo raccogliere voci. La prima, rilevante, sottolinea che la frana che è caduta dalla Rocchetta (il monte che si trova sulla sinistra, poco prima di raggiungere Riva, salendo da Salò) non sarebbe sola. Altri due smottamenti attenderebbero in quota, pronti a precipitare sulla strada e nel lago, tutti nella dorsale della montagna tra Riva e il Ponale. Le analisi e le perizie arrivano dalla Provincia di Trento, cui appartiene il tratto di strada in questione. La frana, infatti, è caduta a poche centinaia di metri a sud di Riva, tra la prima e la seconda galleria, per chi scende verso Salò. Il luogo è a pochissima distanza da quello in cui – nel febbraio 1999 – un’altra frana precipitò sulla statale, uccidendo una persona, oltre a provocare altri inconvenienti, primo fra tutti lo stop al transito per alcuni mesi. Una situazione, quella delle frane ancora in bilico, che potrebbe pesare non poco quando si dovrà decidere come affrontare la situazione: ripulendo e ricostruendo la carreggiata (una trentina di metri sono finiti nel lago) proteggendola con paramassi, oppure optando per una scelta radicale e definitiva, attraverso la costruzione di un tunnel che aggiri questo tratto di statale, per 800-1000 metri. Non ha invece, fino a ieri sera, avuto conseguenze problematiche l’apertura del tratto di strada a sud di Limone, dove un’altra frana – quella del 18 novembre scorso – aveva causato l’ennesima interruzione, dalle parti di Nanzel. Dopo avervi lavorato per oltre un mese, l’impresa ha sospeso le opere (dal 24 dicembre fino al 7 gennaio). Il transito è continuo per tutte le 24 ore (regolato a senso unico alternato nel punto franato), presidiato da squadre di volontari, pronte a interrompere la circolazione in caso di pericolo. Intanto, Limone ha cercato, in questi giorni, di darsi un aspetto normale, nonostante l’ultima tegola che gli è piovuta in testa. Il paesino dell’alto lago si trasforma – da marzo a novembre – in una capitale turistica del Garda. In occasione delle festività di fine anno qualche albergo ha aperto i battenti, ma rappresenta ben poca cosa se rapportato a quanto accade in estate, quando ai mille abitanti della cittadina si aggiungono oltre 5000 turisti. Dice Antonio Girardi, segretario dell’Associazione albergatori e albergatore egli stesso: «La strada ci crea seri problemi ed è davvero difficile sapere o ipotizzare come finirà. A mio parere non bisogna lasciare nulla di intentato ed è impossibile pensare che Limone possa stare a lungo senza collegamenti». La matassa non appare facile da sbrogliare. L’ipotesi che pare più accreditata è quella di una soluzione definitiva, con la realizzazione di un by-pass (in pratica di una galleria), che aggiri la zona a rischio-frane. Ma la costruzione di un tunnel richiederebbe almeno un anno o forse di più. Nel frattempo, si chiedono a Limone, come si può fare per consentire il passaggio?
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Ancora rischi dopo lo smottamento che ha spezzato la Gardesana vicino a Riva. In attesa del tunnel, l’unico collegamento è il traghetto
Pronte a cadere altre due frane
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