Mugugni e proteste, a Toscolano Maderno, in occasione del trasferimento delle scuole elementari dalla sede (dove è indispensabile effettuare lavori di adeguamento degli impianti e dei servizi) allo stabile dei padri Piamarta, sul lungolago (preso in affitto sino alla fine dell’anno, con possibilità di prolungamento del contratto). Le classi sono 15, i ragazzi 250. «All’epoca della sofferta decisione, molte erano le perplessità e gli interrogativi, ma nulla faceva presagire lo stato attuale della situazione», scrivono in un documento comune i rappresentanti dei genitori. E stilano l’elenco delle carenze. Punto numero uno: «Manca la scala di sicurezza, e la stanno costruendo ora, con gravissimo rischio di incidenti per alunni e insegnanti. All’interno c’è un cantiere aperto, con carichi sospesi e rumore. L’accesso è unico, per camion e bambini. Lo sbocco della scala ai piani avverrà nei bagni, e i più piccoli potrebbero uscire dal fabbricato. A nostro parere l’attività in corso non è conciliabile con le lezioni». E ancora: «Alcune aule hanno una metratura nettamente insufficiente ad accogliere il numero previsto di alunni. La palestra è occupata dalla Banda cittadina. Inoltre da alcuni giorni si è inspiegabilmente trasferito al Piamarta anche il Centro di aggregazione giovanile (con la mensa e il doposcuola, ndr), senza attendere il permesso del Consiglio di circolo. Il decreto presidenziale 416 del luglio ’74 stabilisce l’opportunità di utilizzare le strutture solo dopo il termine dell’orario scolastico, e non durante. Esistono infine una serie di problemi minori, quali il caos dei trasporti, gli odori nauseanti, la temperatura troppo elevata nelle aule che, in nome della situazione di emergenza (non esistono alternative valide), si era disposti a sopportare». Conclusione dei genitori: «Nessuno possiede la bacchetta magica, ma noi vorremmo scuotere chi deve decidere, per cercare di tamponare la situazione. Molti sono disposti a tenere i bambini a casa fino a quando non cesserà il pericolo». In precedenza avevano preso posizione anche gli insegnanti, ricordando che «non sono ancora stati completati i lavori per le opere di sicurezza. Il perimetro del cantiere non è minimamente isolato. Spesso entrano automobili e mezzi pesanti, anche quando sono presenti i bambini. La ginnastica? Si svolge in giardino, condizionata dalla temperatura e dalle precipitazioni. La stanza che ospita la I B è ampiamente inferiore ai parametri di legge, tanto è vero che i 19 alunni non hanno lo spazio fisico per spostarsi dal proprio banco». Altre lamentele delle maestre riguardano gli scompensi dell’attività didattica, dovuti ai cambiamenti di orari effettuati per assecondare le partenze dei bus navetta; la necessità di sorvegliare i ragazzi anche oltre l’orario contrattuale di lavoro; la trasformazione del cortile del Piamarta in spazio di uso pubblico, con possibilità di ingresso indiscriminato (e in caso di infortuni cosa potrebbe succedere?); la decisione del Comune di trasferire il centro di aggregazione giovanile da via Verdi all’istituto dei Padri. «Tale scelta non compete al potere amministrativo, ma al Consiglio di circolo. Non riteniamo possibile – concludono gli insegnanti – sottrarre ulteriori spazi alla didattica, né far convivere forzatamente le due attività in ambienti ristretti e inadeguati». Il sindaco Paolo Elena ha chiesto di pazientare e di non drammatizzare, assicurando che le cose si metteranno a posto.
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I genitori sono inviperiti: «Se i pericoli non cessano, terremo i bambini a casa»
«Quella scuola è un autentico cantiere»
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