venerdì, Novembre 8, 2024
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Da Salò e Sirmione, visite guidate in motoscafo alla residenza Cavazza-Borghese Ospitò S. Francesco e Dante: una mèta suggestiva

Quell’isola fra le correnti

Per i turisti l’isola del Garda sta diventando un mèta sempre più gradita. I singoli hanno la possibilità di andare il martedì e il giovedì mattina, fino a ottobre, con imbarco al porto di Barbarano (Salò), alle ore 9.30, e rientro alle 12. La prenotazione è indispensabile (numero telefonico 0365-62294, fax 0365-559418, email info@isoladelgarda.com). Il prezzo (26 euro gli adulti, 18 i ragazzi di età compresa tra i 6 e 12 anni) comprende il viaggio in motoscafo, la visita guidata e il piccolo rinfresco. I gruppi hanno l’opportunità di accedere il mercoledì e venerdì (mattina e pomeriggio), sabato e domenica (mattina). E’ necessario prenotare con almeno 15 giorni di anticipo. Sono previste anche partenze da Sirmione. Ma lì bisogna contattare il gruppo locale dei motoscafisti, telefono e fax 030-9905235. L’isola è un lembo di terra (65 mila metri quadrati) situato di fronte a punta Grosti e alla Baia del Vento, in territorio di San Felice. Ha ospitato S.Francesco d’Assisi (vi costruì uno dei primi eremi di preghiera), S.Antonio da Padova, San Bernardino da Siena, Dante Alighieri, Cosimo de’ Medici e tanti personaggi famosi. Tra gli altri, il generale Dwight Eisenhower, poi diventato presidente degli Stati Uniti. E’ di proprietà della famiglia Cavazza. Morto Camillo, il conte-contadino, la moglie inglese Charlotte Talbot Chetwynd e i sette figli (quattro maschi e tre femmine) hanno diversificato la loro attività. Il primogenito, Sigmar, gestisce due campeggi e occupa un posto di responsabilità nella cooperativa «La verità» (oleificio). Il più giovane studia Economia e Commercio. Alberta, dopo essersi dedicata al dressage, ha lasciato alla mamma il compito di tenere i corsi di equitazione per bambini, nel campo di S.Fermo, e ora accoglie i turisti intenzionati a gustare un’atmosfera incantata. L’isola fu venduta nel 1869 dal barone bergamasco Raffaele Scotti al duca genovese Gaetano De Ferrari, ricordato nella storia del Risorgimento per avere finanziato (in parte) la spedizione dei Mille. Assieme alla moglie, Anna Maria Annenkoff, figlia dell’ex Imperatore di Russia, il duca decise di costruire l’attuale grande palazzo, in stile gotico-veneziano, progettato dall’architetto Luigi Rovelli e realizzato negli anni 1900-02. «Con le finestre a monofore ogivali-trilobate, le colonne, la torre, il loggiato e i pinnacoli bianchi, sembra un gigantesco ricamo, che gioca con la luce del sole», afferma il ricercatore Pierluigi Mazzoldi. L’isola fu lasciata all’unica figlia, che aveva lo stesso nome della mamma e, nel 1895, andò in sposa a Scipione Borghese, principe di Sulmona, ricordato per una serie di leggendarie imprese: spedizioni, scalate e, in particolare, il raid Pechino-Parigi del 1907 col giornalista Luigi Barzini e il meccanico Ettore Guizzardi. Nell’ottobre del ’17, ai tempi della rivoluzione, la principessa Anna Maria ospitò 18 giovani armeni, maschi e femmine. E li fece studiare. Nel periodo della guerra, come infermiera, aiutò i soldati feriti, ricoverati all’ospedale di Salò. Non ebbe paura nemmeno della febbre spagnola, tanto che venne decorata con la medaglia d’argento al valor civile. Aiutò finanziariamente i combattenti e reduci, lasciando in eredità al comune l’edificio della scuola materna di Portese. Nel novembre ’24, all’età di cinquant’anni, scomparve nel lago, mentre stava piantando semi di quercia. Nessuno la vide cadere. Secondo alcuni, era stata spinta da uno dei cani maremmani che, ancora oggi, difendono la tranquillità del luogo dall’assalto dei fracassoni della domenica, a bordo di rumorosi motoscafi. I palombari effettuarono ricerche per una decina di giorni, ma non trovarono nessuna traccia. Il disegnatore della «Domenica del Corriere», Achille Beltrame, le dedicò un paginone: il volo e il mistero. Gabriele D’Annunzio arrivò per spargere di petali di rosa la superficie del lago. Una delle due figlie dei Borghese, donna Livia, sposò il conte bolognese Alessandro Cavazza. Nacquero Camillo, Novello e Paolo Emilio. La visita inizia con i giardini dagli splendidi alberi secolari: palme delle Canarie, limoni, fichi, olivi, melograni, aranci, pompelmi, fichi d’India, giuggiole, rose della Cina, capperi, boungaville, rose gialle, dalie, iris, lecci sempreverdi, cedri del Libano e dell’Himalaya, cipressi, lauri giganteschi, lauro, magnolie, querce, pioppi, platani, abeti, pini, oleandri. Prosegue in alcune stanze del palazzo, e termina con un drink sul balcone, a fianco del carro utilizzato (in passato) per la vendemmia, sotto la campanella che veniva fatta suonare per segnalare l’ora della cena.

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