Dopo la ristrutturazione di Villa Feltrinelli di Gargnano e la trasformazione in hotel di lusso – ormai prossimo all’apertura -, tutto al suo interno pare richiamare insistentemente la famiglia gardesana dei Feltrinelli e la loro epopea ottocentesca. Industriali e grandi commercianti di legname, si erano fatti costruire la villa a fine Ottocento, nello stesso periodo in cui avviavano il cotonificio di Campione. Borghesi rampanti, che a Gargnano hanno lasciato più di un segno (strade, scuole, asili, ospedale), presero poi la strada di Milano, conservando però le tracce delle loro radici in riva al lago. Quella villa è divenuta oggi un hotel con finiture lussuose, accurate in ogni particolare e con l’ospitalità che propone prezzi in linea con altre strutture di lusso (dalle 600.000 al milione e 600.000 al giorno per camera). Ma l’edificio è noto soprattutto per essere stato la dimora di Benito Mussolini tra l’ottobre 1943 e l’aprile 1945. Però, se si chiede a Christophe Bergen, il direttore, perché nulla rievochi la memoria del «Duce», lo si vede pensare un attimo. Poi ironizza: «Mussolini? È passato di qui con le valigie, ma non mi pare abbia lasciato alcun segno nell’arredamento». Viene, così, liquidata in maniera inequivocabile una delle ipotesi che – in passato – avevano richiamato l’attenzione di molti e che la stessa Alessandra Mussolini (nipote del Duce) avrebbe gradito: fare in modo che la memoria storica del periodo della Repubblica Sociale Italiana non andasse cancellata. La strada di Villa Feltrinelli, dopo la ristrutturazione, avvenuta in questi ultimi anni da parte di Bob Burns (impresario giramondo che passa buona parte della sua vita ad Hong Kong, dopo aver iniziato la sua carriera come direttore di un hotel alle Hawai) ha dunque seguito una direzione diversa e ben marcata, legata al passato più lontano. Il nuovo hotel di lusso, il primo di questo livello nella zona, aprirà i battenti ai primi di agosto. Operai, giardinieri e falegnami stanno mettendo mano agli ultimi dettagli sia negli stabili che nel parco che attornia la villa, tra enormi magnolie, lecci e ulivi. L’edificio ora ospita 12 camere, mentre altre 8 sono disposte nelle 3 dependance, un tempo adibite a fienile, rustico e casa del custode. Sono già attivi, da tempo, i servizi di sicurezza. Un paio di giorni fa la villa è stata aperta ai gargnanesi, che l’hanno visitata in massa: 1.200 persone non hanno perso l’occasione di partecipare a visite guidate, in piccoli gruppi. Un’affluenza massiccia e, tutto sommato, prevedibile, ma che non toglie la soddisfazione ai dirigenti della nuova struttura turistica. Iniziative analoghe verranno ripetute in ottobre, probabilmente coinvolgendo anche le scuole nelle visite guidate. «La villa – spiega Christophe Bergen – vuole richiamare l’atmosfera gargnanese di fine ‘800 e di inizio ‘900, dando un tocco piacevole e di vita, un’allegria che era andata dimenticata negli ultimi decenni». Buona parte del pavimento è in legno – originale e restaurato -, le pareti sono in gesso dipinto, soffitti in gran parte originali. Per recuperare i lavori in gesso è stata usata una tecnica particolare: «Abbiamo perforato con piccoli tubi, in cui erano inserite micro telecamere, le pareti oggetto del restauro. Quindi, individuati gli interventi da effettuare, con altri tubi abbiamo penetrato il gesso, riempiendolo dall’interno», spiega Bergen. Il nuovo albergo ospita ancora 48 mobili originali, mentre parecchia altra roba era sparita negli anni scorsi, in seguito a continui furti. Nel giroscala campeggiano due enormi specchi settecenteschi, donati a suo tempo dalla famiglia romana dei Borghese ai Feltrinelli. Tra le opere messe a punto nella trasformazione c’è l’approntamento di un ascensore, nascosto da pareti in legno, e il rifacimento delle serrature, per le quali si è fatto ricorso alla medesima fonderia che aveva approntato le originali, 110 anni fa. Due gli studi di architettura impegnati: quello del bresciano Giorgio Rovati e lo studio Babey, di San Francisco. «Al momento – continua Bergen – i dipendenti sono 38, in gran parte gargnanesi. Tra questi ci sono persone che hanno avuto esperienze di lavoro all’estero e che ci hanno chiesto di essere assunti. Abbiamo trovato parecchia gente preparata». Villa Feltrinelli era stata acquistata dalla Robert Burns Venture nel 1996. In precedenza apparteneva all’immobiliare Regalini di Gussago, che ne era entrata in possesso nel 1981, dopo averla acquistata dai Feltrinelli. L’ultimo grande nome della dinastia gargnanese è Carlo Feltrinelli, che ha dedicato numerose pagine a Gargnano e al Garda nel suo libro «Senior Service».
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Ecco i tesori di Villa Feltrinelli. Reportage all’interno dell’edificio trasformato in hotel di lusso, che aprirà in agosto
Record: 1200 visite in un giorno all’ex dimora del Duce
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