domenica, Dicembre 22, 2024
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L'ex assessore ai Lavori pubblici, Oscar Papa, lancia una proposta: un referendum sul termogeneratore, da svolgere prima che si insedi la nuova amministrazione

Referendum sul termogeneratore

Soddisfazione a Lonato dopo il diniego del Tar alla richiesta di sospensiva delle delibere di salvaguardia avanzata dalTEurosea, la società bolognese che ha presentato il progetto per la costruzione di un bru-ciarifìuti a Campagna. Questo primo no dei giudici amministrativi – come ricordato ieri – ha fatto tirare un sospiro di sollievo a moltissimi cittadini, visto che il progetto ormai segna il passo, dopo questo nuovo stop.Intanto l’ex assessore ai Lavori pubblici, Oscar Papa, lancia una proposta: un referendum sul termogeneratore, da svolgere prima che si insedi la nuova amministrazione (le elezioni sono il 16 aprile). “il Tar non ha dunque accolto la richiesta di sospensiva delle due delibere approvate 1’8 novembre grazie ad una maggioranza improvvisata e accomunata solo dalla Voglia di vendette trasversali, piuttosto che da un progetto politico. Ad opporsi alla richiesta della società di Bologna – prosegue Papa – è stata la passata Giuntanel periodo in attesa del commissario prefettizio, adesso ci sarà il tempo per poter conoscere obiettivamente qual’è la volontà dei tonatesi a riguardo degli impianti proposti, e per questo la legge consentirà di utilizzare uno strumento chiaro al posto delle equivoche manifestazioni di piazza a cui hanno preso parte finora i soliti facinorosi: questo strumento si chiama referendum”.”Se la sentenza infatti fosse stata favorevole ad Eurosea,-essa si sarebbe trovata nella possibilità di aprire in poco tempo il cantiere senza il necessario dibattito tecnico suicontrolli e sui materiali da bruciare, e senza la validità dell’accordo quadro e quindi dei benefici in esso contenuti”.Oscar Papa ricorda poi che il Tar non ha sostenuto che il ricorso di Eurosea appare illegittimo (ripetiamo che non si tratta di una sentenza di merito, ovvero definitiva) e che, di conseguenza, “sono legittime le misure di salvaguardia adottate dal consiglio; il Tar ha solo negato che queste misure comportino dei danni irreparabili per la società”.La questione del bruciarifiuti di certo è al centro della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale di Lonato che, seppure non ancora avviata ufficialmente, tiene già banco, con i partiti e le formazioni civiche che si studiano a distanza. Di nuovo c’è che, accanto ai raggruppamenti di centro-sinistra e del Polo, sembra prendere sempre più terreno l’ipotesi di una lista, che raggruppi una parte della Giunta uscente (come anticipato nell’edizione di ieri), in tempi e modi, però, ancora tutti da definire.Se per la cronaca elettorale ci si deve accontentare delle indiscrezioni e delle voci di piazza, di sicuro c’è il ritrovo – martedì 1 febbraio – di buon’ora, alla stazione ferroviaria di Desenzano, degli ecologisti, degli attivisti del Comitato di Tutela Ambientale e Salute Pubblica di Lonato in-sime con gli “amici” di Calcinato, Bedizzole, Castiglione e Montichiari.n loro obiettivo è raggiungere Milano e la sede del Consiglio regionale, il grattacielo Pirelli, per un sit-in contro “la pioggia di discariche e inceneritori,perché la Regione Lombardia non diventi una pattumiera”.L’invito è ovviamente aperto a tutte le associazioni e ai comitati locali che operano in difesa del territorio su tutta la Lombardia. L’appuntamento (promosso da una fìtta schiera di organizzazioni come il Wwf, Legambiente, Medicina Democratica, Verdi Ambiente Società Lombardia, Cittadini per il riciclaggio di Broscia) è per le ore 10.30 nelle sale del Consiglio regionale.I sostenitori del sit-in chiederanno ai consiglieri regionali e alle forze politiche di impegnarsi per respingere “l’emergenza delle superautorizzazioni all’apertura degli ennesimi impianti di smaltimento rifiuti, avanzate dall’eli-tario club dell’ecobusinnes”.A questo proposito vengono segnalate diverse situazioni calde: il bruciarifìuti progettato a Lonato e l’ipotesi di ampliamento della discarica di Cavenago (Bergamo) per 1,5 milioni di metri cubi: ambedue fuori da ogni previsione. E ancora, il nuovo flusso di rifiuti in differenziata da Milano al centro di pretrattamento di Montello (Bergamo), a seguito della chiusura di due discariche a nord di Milano; l’inceneritore a biomasse a Cortenova (Bergamo) e il termogeneratore di Rovato.”Solo una politica a favore della riduzione a monte dei rifiuti, della raccolta differenziata e del riciclaggio dei materiali – sostengono gli ecologisti – può scongiurare il pericolo di una Lombardia trasformata in pattumiera”.

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