Sono in corso i lavori di ristrutturazione interna di Villa Carlotti. Il progetto prevede «restauro e integrazione degli apparati decorativi interni, opere edili di restauro, risanamento e messa a norma del nucleo quattrocentesco originario, impianti tecnologici ed elettrici». E l’edificio municipale già sembra «un altro».La polverosa aula consigliare, dove una moquette giallognola copriva il pavimento, è luminosissima. I 14 dipinti, incorniciati da stucchi, sono stati recuperati; altri sono inaspettatamente affiorati in corso d’opera. Lo scalone d’ingresso ha riacquistato i chiaro scuri naturali dei «marmorini». Nell’ala est si procede e tra un po’ si metterà mano anche al risanamento della sala al piano terra per salvare dall’umidità i ricchissimi dipinti e le vezzose decorazioni «a grottesca» sei-settecentesche che ornano la «Sala dei sogni», sede del museo civico.L’operazione è seguita dal direttore ai lavori, l’architetto veronese Mario Bellavite, che ha incaricato del recupero dei dipinti murali il restauratore scaligero Massimo Tisato. Sono sempre al corrente delle operazioni il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, Moreno Dal Borgo, quello al patrimonio, architetto Fabio Beltrame, e il sindaco Stefano Sandri.Resta, per adesso, il problema del «capretto». È il soggetto dello stemma di Caprino, che l’amministrazione ha deciso di riprodurre in centro sala. Una spesa non preventivata dallo studio d’architettura, che però il Comune vuole realizzare e di cui s’occuperà un artista della pietra locale. Nella stessa sala consiliare sono state recuperate le antiche travi lignee e rifatti i soffitti. Gli stucchi degli ovali che incorniciano gli affreschi sono tornati all’antico splendore. Le raffigurazioni, scene di vita campestre, paesaggi locali con scorci su cime, piana e colline attribuiti al pittore scenografo parmense Gian Antonio Paglia (prima metà del ‘700) sono state pulite dal nerume della polvere che le ricopriva; idem per gli ovali con i putti a tempera di Enrico Kelmaker (seconda metà del ‘700). Ora i dipinti, seppur velati da nylon, lasciano intravedere gli antichi colori: vividi e tersi.Intanto, sopra la porta che conduce al terrazzo che dà sul giardino, sono emerse decorazioni insospettate già parzialmente recuperate. Si tratta dello stemma nobiliare di una famiglia che sarà identificata da uno storico locale. Altre sorprese sono arrivate lavorando allo scalone principale nell’ingresso liberato dalle forti alterazioni delle decine di strati di tinte e intonaci stesi negli anni per interventi di manutenzione. Recuperando i marmorini originari, composti di grassello di calce e polvere di marmo, è comparsa, sopra la volta del portone d’accesso, una scritta parziale da decifrarsi. Inoltre, più interessante, è emerso sul lato opposto lo stemma della famiglia De Medici. Quasi integro ma illeggibile, ora è stato pulito con ritocchi limitati.[FIRMA]
!
Sono ormai a buon punto gli interventi di ristrutturazione interna nella sede municipale di Villa Carlotti. Durante i lavori affiorano decorazioni ancora tutte da decifrare e lo stemma della famiglia De Medici