Una decina di esemplari di marmotta saranno presto rilasciati nel Parco Alto Garda Bresciano. I nuovi ospiti del Parco andranno ad aggiungersi alle cinquanta marmotte liberate nei mesi scorsi, alcune delle quali hanno consolidato la preesistente colonia avviata anni fa in Val di Campo, nel Comune di Tremosine, altre hanno invece dato vita ad una nuova colonia in Valvestino, all’ombra dei 1.950 metri del Monte Tombea, sul quale nidifica abitualmente una coppia di aquile reali. La campagna di ripopolamento con marmotte ha una doppia finalità: incrementare la diffusione di questa simpatica specie e integrare la catena alimentare della fauna altogardesana, che vede alla sua sommità l’aquila reale. Le marmotte rappresentano infatti una delle maggiori fonti di alimentazione del predatore alato. La loro introduzione è dunque necessaria per «allargare» la base della piramide alimentare. Ricordiamo che la campagna di ripopolamento della marmotta (condotta dalla sede operativa di Gargnano dell’Azienda Regionale delle Foreste, dagli Uffici Caccia e Pesca delle Province di Brescia e Bergamo e dal Servizio di medicina veterinaria dell’Asl di Salò) ha preso il via nell’ambito del progetto «Life Ambiente», un’iniziativa dell’Unione Europea che nasce come strumento finanziario diretto a contribuire allo sviluppo ed alla messa in atto della politica comunitaria sull’ambiente. Il progetto è stato avviato nel gennaio ’98 ed è destinato a concludersi nel giugno 2001. Gli interventi, per i quali è stata programmata una spesa di 1 miliardo e 165 milioni, saranno finanziati al 50 per cento dalla Comunità Europea, al 40 dalla Regione Lombardia e al 10 dalla Comunità montana. In ambito altogardesano il progetto si pone diversi obiettivi. Uno di questi, perseguito anche tramite il rilascio di marmotte, è la riqualificazione della biocenosi della Valvestino (la biocenesi è il complesso di individui di diverse specie animali e vegetali che coabitano nello stesso ambiente). In Valvestino si lavora anche al recupero delle cosiddette aree «ex agricole», zone anticamente destinate all’agricoltura e oggi in fase di colonizzazione da parte del bosco. Grazie al «Progetto Life» ne sono state recuperate una trentina tramite l’eliminazione di cespugli e la semina di culture foraggere, preservando così quelle radure tanto gradite ad alcune specie animali, tra le quali il cervo. Un terzo tipo di intervento riguarda uno dei fiori all’occhiello del Parco Alto Garda Bresciano: la saxifraga tombeanensis, pianta rupicola endemica del Tombea, scoperta dallo svizzero Boissier nel 1850. E il più noto, anche se non l’unico, fiore endemico dell’area protetta. Per questo è purtroppo una delle specie più saccheggiate da collezionisti e botanici senza scrupoli.
!
Una decina di esemplari di marmotta saranno presto rilasciati nel Parco Alto Garda Bresciano.
Rilasciate nel parco giovani marmotte
Articoli Correlati