La morte livella tutti, recitava Totò. Non è vero. I criminali di guerra sepolti nel cimitero militare del paese non sono fratelli dei 22mila soldati che riposano accanto a loro. Christian Wirth (tomba 716), Franz Reichleitner (tomba 1192) e Gottfried Schwarz (tomba 666) non possono e non devono essere onorati. Perchè: erano Ss programmate per eliminare l’umanità; erano «menti» del Terzo Reich; erano comandanti dei campi di sterminio di Sobibor, Belzec, Majdanek e Treblinka; erano gli ideatori del «Progetto eutanasia» per la soppressione di handicappati e malati (70mila esecuzioni tra il 1939 e il 1941); erano i responsabili dello sterminio alla Risiera San Sabba a Trieste (in un colpo solo 5.000 morti). La morte non livella tutti e non può bastare, da sola, a perdonare chi si è macchiato di tali nefandezze. Dopo anni di polemiche a Costermano, dove vittime e carnefici sono sepolti insieme, domenica, in occasione della Giornata di lutto nazionale dedicata ai tedeschi caduti nelle due guerre, la storia cambierà: nessun onore a Wirth, Reichleitner e Schwarz ma la loro esplicita condanna. «Tireremo via i grandi libri di bronzo con incisi i nomi delle tre SS», spiega il console generale aggiunto in Italia Felix Kleine, «e collocheremo dei cartelloni permanenti in cui si raccontano i fatti accaduti in Italia tra il 1943 e il 1945, denunciando la persecuzione nazista contro gli ebrei. Credo che queste siano due novità importanti, due atti dovuti all’Italia: riconoscere gli errori e condannarli pubblicamente è dimostrazione di civiltà e, soprattutto, di rispetto per coloro che hanno subìto tanta violenza e per chi oggi, superstite o familiare, soffre per le atrocità del passato». Se è impossibile pretendere che le spoglie dei tre generali nazisti siano rimpatriate (le ossa di un soldato diciottenne si trovano nella stessa tomba di Wirth e non si riesce più a distinguerne l’appartenenza), è però possibile ricordare a chiunque entri al cimitero che lì si trovano anche le spoglie di criminali di guerra. «I morti sono morti, anche quelli che in vita sono stati dei criminali», aggiunge Klein, «capisco benissimo l’ostilità di chi protesta per la loro presenza ma non possiamo rispondere all’ingiustizia con altra ingiustizia: cancellare il nome di questi tre militari è voler cancellare la loro memoria perchè non venga mai onorata. Questo è quanto la Germania ha deciso di fare domenica», spiega Klein, «e questo ci auguriamo possa bastare per far capire agli italiani che noi non solo non giustifichiamo azioni atroci commesse dai nostri connazionali ma li riconosciamo come responsabili davanti alla storia». I libri di ferro con i nomi e i gradi di hauptsturmführer (capitano SS) per Reichleitner, untersturmführer (sottotenente SS) per Schwarz e sturmbannführer (maggiore SS, il livello più alto di tutti) per Wirth, sono già stati tolti e spediti in Germania. Che fine faranno in patria, non è dato sapere. Rimane invece il registro cartaceo con l’elenco di tutti gli oltre 22mila soldati sepolti e il numero della tomba di ciascuno, così da permettere a chi lo voglia di andare a dire una preghiera o portare un fiore. «Su questa specie di librone», sottolinea Klein, «in origine erano inseriti anche i tre rappresentanti del Terzo Reich, ora non più, li abbiamo cancellati». Una lunga striscia bianca di condanna sul nome degli aguzzini: a qualcuno non sembra sufficiente. «Inutile tirarli via da una parte se poi resta il nome sulla lapide», protestano da sempre i pacifisti e i volontari dell’iniziativa italo-tedesca «Per la memoria a Costermano», ma quello «non possiamo toglierlo», ribatte Klein, «restano pur sempre dei morti….». «Vogliamo fare dell’altro in segno di rispetto», conclude il console aggiunto, «allestendo una mostra permanente nell’edificio appena dentro al cimitero, sulla destra, dove si trovano gli uffici, con l’esposizione di foto di momenti cruciali del conflitto, tipo la liberazione da parte dei tedeschi di Mussolini o della battaglia di Monteccassino.Vogliamo che i visitatori abbiano tutti gli elementi per capire la storia e per condannarla là dove è testimone di fatti esecrabili. Ci auguriamo che tutto questo serva come monito alla pace e alla riconciliazione». La morte non livella tutti e tutto. Totò non aveva ragione.
Nessun Tag Trovato!
Domenica al cimitero che ospita anche i boia nazisti la commemorazione dei caduti tedeschi. Il console: «Al loro posto lettera di condanna e mostra permanente»