Le opere più consistenti previste nel bilancio preventivo 2003 di Salò riguardano il secondo lotto della passeggiata voluta dagli «Amici del golfo» di Aurelio Nastuzzo (990 mila euro), la prosecuzione dei lavori del teatro (775 mila euro), l’ampliamento del cimitero (465 mila), la sistemazione di piazza Carmine (500 mila) e di largo Dante Alighieri (430 mila). Per quanto riguarda la passeggiata, è in corso di appalto la prima tranche, dalla pizzeria «La vela» al Mulino. Verrà raddoppiata la superficie delle due spiagge attuali. Una scogliera grezza con massi proteggerà dal moto ondoso. L’accesso a lago sarà possibile grazie ad alcuni gradoni. A monte, verso le case, scorrerà la passerella in legno, larga un paio di metri. L’illuminazione, garantita da faretti incassati esternamente. Costo dell’intervento: 1 miliardo e 200 milioni di vecchie lire, di cui 800 milioni coperti da un contributo a fondo perduto. Il successivo lotto (da 990 mila euro) riguarderà il tratto dall’ex fabbrica del ghiaccio, vicino all’hotel Lido, fino alla pizzeria. Con un ponticello in legno per scavalcare il rimessaggio Arcangeli. Il progetto sarà redatto dall’Ufficio tecnico comunale. Poi c’è il nodo del teatro. Chiuso da più di trent’anni e utilizzato come magazzino per scartoffie o mobili, nel 2001 – primi mesi del 2002 è stato oggetto di un (parziale) intervento di restauro. Un adeguamento per consolidare i vari impalcati (progetto esecutivo di Valentino Volta, direttore dei lavori Luigi Ferrari) e collocare sopra il boccascena una trave reticolare in acciaio (progetto dell’ingegner Ezio Giuriani, direzione Antonio Girelli Zubani e Abramo Mensi). Obiettivo principale: tenere in piedi una struttura fatiscente. Appalto vinto dalla Ceic di Milano, che ha firmato un contratto di un miliardo e 274 milioni, affidandosi poi alla Biemmedue di Avezzano (L’Aquila). Finanziamento della Regione, sul Fondo ricostruzione infrastrutture sociali della Lombardia. I 775 mila euro stanziati adesso riguardano gli impianti e il foyer d’ingresso. Successivamente bisognerà pensare alle finiture e agli arredi. Difficile ipotizzare i tempi di ultimazione e il costo (finale) complessivo. Furono alcuni cittadini salodiani, guidati dall’avvocato Luigi Pirlo, a far costruire il teatro. Affidarono l’incarico della progettazione all’architetto Achille Sfondrini, lo stesso del «Carcano« di Milano, del «Politeama» di Cremona e del «Costanzi» di Roma. Deputato e amico di Giuseppe Zanardelli, l’avvocato trovò i finanziamenti, utilizzando pure i soldi di famiglia. La struttura interna (platea circolare, due ordini di palchi, loggia, loggione e camerini, per una superficie di mille metri quadri e una volumetria di 11 mila metri cubi) era tutta in legno. Cinquecento i posti a sedere. Le decorazioni, di tre valenti artigiani: Franchini di Venezia, Zambini e Galeazzi di Milano. L’inaugurazione avvenne il 1 novembre 1873, con l’opera di Verdi «Il Rigoletto». Nel 1905 Pirlo lo cedette per poche migliaia di lire alla Sbe (Società elettrica benacense) che, a sua volta, ne fece dono al Comune. Notevole il ruolo dei palchettisti, formati dalla borghesia locale: a loro venne affidata la gestione. Ebbene spazio anche i veglioni e le proiezioni cinematografiche. Gruppi politici, associazioni sindacali e istituzioni scolastiche organizzarono convegni. Numerosi i rifacimenti, l’ultimo nel 1952. Una stagione, quella, che portò sul lago Cesco Basegio, Memo Benassi, Ruggero Ruggeri, Fausto Tomei, Emma Gramatica. Nel ’65 fu respinta la domanda di adibire il «comunale» a sala da ballo e american bar. Il declino, ormai evidente. Qualche anno fa è stata risanata la copertura, allo scopo di limitati i danni provocati dagli acquazzoni. Con pochi risultati pratici. Da ultimo l’intervento sopra ricordato. E adesso l’operazione-teatro riparte.
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Il piano delle opere pubbliche prevede un nuovo investimento sul complesso. Nel bilancio anche i soldi per la passeggiata a lago